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Luca Ruffino lasciò un testamento 3 giorni prima del suicidio: le ultime volontà dell'ex capo di Visibilia

Dal testamento di Luca Ruffino non emergono elementi utili a chiarire le motivazioni dell'estremo gesto. Il manager si è suicidato tre giorni dopo

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Lo scorso 2 agosto Luca Giuseppe Reale Ruffino, capo di Visibilia Editore e Sif Italia, aveva redatto il proprio testamento, per togliersi poi la vita tre giorni dopo. La morte del manager 60enne, avvenuta il 5 agosto nel suo appartamento a Milano, ha scosso gli ambienti imprenditoriali. Nel testamento di Ruffino, la suddivisione del suo patrimonio tra familiari e solo congetture in merito al mistero che avvolge il suo gesto drammatico.

Le ultime volontà

La morte di Ruffino, figura di spicco e fondatore del gruppo Visibilia Editore insieme alla ministra del Turismo Daniela Santanchè, ha lasciato  domande e incertezze: quale motivo lo ha spinto a un gesto così estremo?

Nel suo testamento, scritto di suo pugno e depositato il 21 agosto, Ruffino ha specificato la suddivisione del suo patrimonio tra familiari, compresi figli ed ex moglie, nonché altre figure importanti nella sua vita, come una nipote e la sua compagna.

testamento luca ruffinoFonte foto: ANSA
Luca Ruffino si è suicidato nel suo appartamento di via Spadolini a Milano

La morte di Ruffino

Il 5 agosto, nel suo appartamento al quattordicesimo piano di via Spadolini a Milano, Ruffino ha posto fine alla sua esistenza con un colpo di pistola.

Nonostante il testamento possa fornire indizi su come Ruffino intendeva affrontare il futuro finanziario dei suoi cari, rimangono domande inquietanti. Cosa ha lo ha spinto a un gesto così tragico?

Nel tentativo di trovare risposte, gli investigatori si sono concentrati sulla sua storia recente. Il manager non era coinvolto in scandali o indagini, ma i suoi ultimi anni sembrano averlo sfiancato profondamente.

I biglietti ai familiari

Nei biglietti che ha lasciato ai familiari, Ruffino ha accennato alle tensioni e alle sofferenze che aveva accumulato, segnalando uno stato mentale che aveva raggiunto un punto critico.

L’autopsia, condotta il 10 agosto, ha cercato di gettare luce su possibili spiegazioni mediche, ma le rivelazioni sono state limitate. Non sono emerse evidenze di malattie gravi, suggerendo che il gesto di Ruffino non fosse guidato da una patologia evidente.

Questa assenza di risposte mediche tangibili ha aumentato il mistero intorno alla sua morte, lasciando gli inquirenti e i familiari a cercare indizi nelle sue parole e nei suoi ultimi giorni.  Il suo testamento rappresenta un tentativo di lasciare un’eredità coerente con i legami che aveva formato durante la sua esistenza. Tuttavia, il mistero del suo gesto estremo rimane irrisolto.

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