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Neonato trovato morto a Bari nella culla termica, l'ipotesi sull'allarme non scattato

Culla termica a Bari, neonato morto: parlano l'uomo che ha trovato il cadavere e il parroco della chiesa: s'ipotizza che non sia partito l'allarme

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Si sta cercando di capire che cosa sia accaduto di preciso nella culla termica della chiesa di san Giovani Battista a Bari dove nelle scorse ore è stato trovato senza vita un neonato. Il primo ad accorgersi della presenza della creatura è stato Roberto Savarese, 56 anni e titolare di una ditta di onoranze funebri; è stato lui a notare che il piccino, lasciato avvolto in una tutina dalla fantasia militare, era deceduto.

Neonato morto a Bari nella culla termica: cosa potrebbe non aver funzionato

Il neonato è stato trovato morto intorno alle 9.30 della mattina di giovedì 2 gennaio 2025, nella chiesa che sorge nel quartiere Poggiofranco.

Una delle ipotesi è che non sia scattato l’allarme che avrebbe dovuto avvertire della presenza del bambino.

Bari scientifica neonato mortoFonte foto: ANSA
La Scientifica sul posto della tragedia per gli accertamenti

Forse è rimasto lì “ore, al freddo e soprattutto solo”, ha riferito a Il Messaggero Roberto Savarese, colui che ha fatto la drammatica scoperta. “Quando sono entrato nel vano in cui si trova la culla – ha aggiunto – non credevo ai miei occhi: ho provato molto dispiacere”.

L’imprenditore barese si è avvicinato per caso alla culla termica. “Dopo aver sistemato un feretro all’interno della parrocchia, e mentre era in corso il funerale, stavo parlando del progetto che salva i neonati ai miei collaboratori – ha spiegato Savarese -. Uno di loro ne aveva sentito parlare ma non aveva mai visto la culla e così gliel’ho mostrata”.

“Ho aperto il cancello prima e la porta dopo. Non riuscivo a credere ai miei occhi: c’era un neonato, immobile, la carnagione chiara e nulla era accanto a lui: non un ciuccio, un biberon, un cambio, un biglietto”, ha concluso Savarese

Il bimbo era nato da un mese, il parroco: “Mio cellulare non ha squillato”

Il bimbo era nato circa un mese fa e pesava quattro chili e 200 grammi. Si sta ora cercando di capire quando è stato lasciato nella culla termica.

Il funzionamento del servizio dovrebbe essere il seguente: non appena una piccola creatura sfiora il materassino della culla, in automatico si dovrebbe azionare aria calda e dovrebbe partire un allarme, vale a dire un trillo che avverte il parroco della chiesa, don Antonio Ruccia.

“Il mio cellulare non ha squillato e quanto successo riempie il mio cuore di immensa tristezza”, ha dichiarato il sacerdote che si trova a Roma.

Le indagini

Sul caso sta indagando la procura di Bari che ha aperto un’inchiesta contro ignoti per abbandono di minore con l’aggravante della conseguente morte.

I rilievi e gli accertamenti investigativi sono stati affidati agli agenti della squadra mobile che potranno avvalersi del lavoro svolto dai colleghi della Scientifica e delle scarne immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza. Non sono però presenti telecamere vicino alla culla termica.

“Una scelta fatta per garantire la privacy di chi compie un gesto tanto difficile quanto coraggioso”, ha affermato chi frequenta la parrocchia.

Altro nodo da sciogliere è quello legato alle condizioni del bimbo nel momento in cui è stato lasciato nella culla. Era vivo oppure era già deceduto? Se ne saprà qualcosa di più dopo che verrà effettuata l’autopsia che sarà eseguita nelle prossime ore dal professor Biagio Solarino dell’istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari.

Dai primi accertamenti è emerso che sul corpicino non c’erano segni di violenza. La culla termica è stata sequestrata.

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