Le accuse del pm alla psicologa di Alessia Pifferi: spuntano le intercettazioni, il dettaglio sulla perizia
Il pm del caso Pifferi accusa una delle due psicologhe di "sragionare". L'avvocato risponde. Il dubbio sulla perizia e le nuove intercettazioni
Il pm De Tommasi accusa una delle psicologhe di Alessia Pifferi. Secondo quanto riportato, manifestava il proprio compiacimento per essere riuscita a far ottenere a Pifferi una perizia psichiatrica contro il parere del pubblico ministero. L’accusa, oltre falso ideologico, è di aver agito su suggerimento di qualcun altro per creare una giustificazione alla richiesta di perizia, poi effettivamente disposta. Il pm è invece certo della piena capacità cognitiva di Alessia Pifferi, la donna che ha lasciato morire di stenti la figlia di 16 mesi. Critiche alle intercettazioni, come un “processo parallelo”, a medici e psicologhe.
Pm contro la psicologa di Alessia Pifferi
In una memoria agli atti dell’inchiesta per falso e favoreggiamento, il pm Francesco De Tommasi riporta le intercettazioni della psicologa di Alessia Pifferi. Questa non risparmiava critiche al governo, in particolare a Matteo Salvini e Giorgia Meloni per il caso dell’omicidio di Giulia Cecchettin o citazioni di Mao Tse Tung.
Per questo secondo il pm “in lei convivono ragioni di tipo ideologico e pensieri antisociali”. In un colloquio con Lucia Finetti, una delle due psicologhe del caso Pifferi affermava: “Siamo vittime di una società sbagliata”.
Caso Pifferi: le accuse del pm alla psicologa
Il dettaglio della perizia
L’accusa del pm è che le due psicologhe abbiamo falsificato il test psicodiagnostico per dimostrare che Alessia Pifferi, la donna che ha lasciato morire la figlia di stenti per andare in vacanza con il compagno, avesse un grave deficit mentale. Grazie al test, che inizialmente il giudice non aveva confermato, Pifferi ha ottenuto una perizia psichiatrica nel processo.
Il test effettuato dalle due psicologhe confermata un quoziente intellettivo di 40 per l’imputata, ossia lo stesso di una bambina di pochi anni. Da questo risultato parte l’accusa di 2falso ideologico”. Dalle intercettazioni emergono alcuni passaggi, come “introdurre risultati favorevoli alla Pifferi” e “lavoro in un certo qual modo clandestino”. Conferme a quella che è stata subito riconosciuta come una persona lucida e in grado di intendere e di volere, come dimostrerebbe il video del primo interrogatorio.
La reazione dell’avvocato
L’avvocato di una delle due psicologhe indagate per falso e favoreggiamento nel caso di Pifferi, Mirko Mazzali, commenta la lettura della memoria del pm. Si tratta di 98 pagine che confermano “un comportamento del pubblico ministero assolutamente inopportuno”.
Mazzali si domanda come può un pm scrivere che un’indagata “sragiona” o è “un’eversiva”. Secondo l’avvocato il pubblico ministro dimostra di voler processare le idee più che le azioni.