Bimba morta in casa, il pm: "La piccola era un ostacolo per le relazioni di Alessia Pifferi con gli uomini"
Secondo il pm Alessia Pifferi era in grado di "commettere qualunque atrocità" e considerava la piccola Diana un ostacolo per la sua libertà
Con il passare delle ore emergono nuovi dettagli sulla morte della piccola Diana, lasciata sola in casa a 18 mesi dalla madre Alessia Pifferi. Dal fascicolo del pm traspare la personalità di una donna “capace di commettere qualunque atrocità pur di assecondare i propri bisogni personali, legati alla necessità di intrattenere, a qualunque costo, relazioni sentimentali e amorose con gli uomini”. In sostanza, Alessia Pifferi considerava la bambina un ostacolo per i suoi rapporti.
- Morte bimba di 18 mesi, la mamma era a una sagra nella Bergamasca
- Alessia Pifferi considerava la piccola Diana "un ostacolo"
- Indagini sugli introiti mensili di Alessia Pifferi e sui contatti online
- Lunedì mattina la donna era a Milano ma non è passata a casa
Morte bimba di 18 mesi, la mamma era a una sagra nella Bergamasca
Dall’inchiesta, inoltre, emerge anche che mentre la bambina veniva lasciata sola, nella casa di Milano, la madre si trovava ad una sagra a Leffe, in provincia di Bergamo.
Insieme a lei c’era il suo attuale compagno, che fin dall’inizio ha dichiarato di non sapere nulla di quanto aveva fatto la donna. A lui, così come ad altri amici e conoscenti, Alessia Pifferi aveva raccontato che Diana si trovava al mare con la sorella.
Alessia Pifferi considerava la piccola Diana “un ostacolo”
Dalle carte dell’inchiesta emerge chiaramente come Alessia Pifferi considerasse Diana un “peso”, un “ostacolo” che non le permetteva di vivere in maniera libera.
La vita della donna, come riportato dal quotidiano La Stampa che cita le parole della mamma di Alessia Pifferi, aveva preso una piega “libertina” da quando si era separata dal marito.
La nonna di Diana si è detta preoccupata per questo, anche perché “Alessia non si impegnava neanche a trovare un lavoro per il suo sostentamento”.
Palloncini all’esterno della casa in cui è morta la piccola Diana
Indagini sugli introiti mensili di Alessia Pifferi e sui contatti online
Pur essendo ufficialmente disoccupata, secondo la ricostruzione degli inquirenti Alessia Pifferi poteva contare su delle entrate che le permettevano di mantenersi.
Al momento gli inquirenti stanno approfondendo anche quanto emerso nelle chat social e dalle frequentazioni con altri uomini conosciuti su internet. Proprio su un’app di incontri Alessia aveva conosciuto il futuro padre di Diana, ma la loro relazione era finita dopo la nascita della piccola.
Lunedì mattina la donna era a Milano ma non è passata a casa
A quanto pare, già lo scorso maggio Alessia Pifferi aveva lasciato da sola la piccola Diana “solo per poche ore”, come dichiarato agli inquirenti. Nei sei giorni trascorsi fuori casa con il suo attuale compagno, la donna non ha mai accennato alla necessità di dover controllare la piccola.
Neanche quando, lunedì mattina, aveva accompagnato a Milano l’uomo per un incontro di lavoro. Secondo gli inquirenti la piccola Diana, di soli 18 mesi, è morta di fame e disidratazione. Il pm ha però disposto esami tossicologici sul biberon trovato nella culla. Il sospetto è che nel latte ci fossero benzodiazepine. Alessia Pifferi deve rispondere di omicidio volontario pluriaggravato.