Green pass, Burioni contro i tamponi pagati dallo Stato: il paragone
Roberto Burioni si è espresso contro i tamponi gratis per i lavoratori per ottenere il Green pass
Da oggi, venerdì 15 ottobre, in Italia è obbligatorio munirsi di Green pass per accedere ai luoghi di lavoro, sia nel pubblico che nel privato. L’obbligo per tutti i lavoratori ha sollevato un gran polverone negli ultimi giorni, con il Paese che nel ‘Green pass day’ rischia una paralisi a causa di scioperi annunciati, manifestazioni e assenteismo.
Da più parti, tra cui alcune forze politiche, come il segretario della Lega Matteo Salvini e il fondatore del M5S Beppe Grillo, è arrivata la proposta di rendere i tamponi per i lavoratori gratis, cioè pagati dallo Stato.
Il governo Draghi ha escluso la possibilità di rendere gratuiti i tamponi per chi non vuole vaccinarsi contro il Covid-19, ma per venire incontro ai lavoratori starebbe pensando a un’ulteriore taglio dei prezzi.
Contro l’idea dei tamponi gratuiti per ottenere il Green pass si è espresso il virologo Roberto Burioni, che su Twitter li ha paragonati ai condoni fiscali.
“Io – scrive Burioni – tra i condoni fiscali e i tamponi gratis ci vedo una cosa in comune: compiacenza dello Stato nei confronti chi non ha fatto il proprio dovere e mancanza di rispetto per chi lo ha fatto puntualmente. E questa cosa non mi piace”.
In un altro tweet Burioni spiega che “Il paese è effettivamente diviso. Da una parte i vaccinati (85%), che si ammalano lievemente e contagiano poco. Dall’altra i non vaccinati (15%), che si possono ammalare gravemente e sono estremamente contagiosi. A dividerli un vaccino, molto più sicuro di quelli dell’infanzia”.
Il virologo ne ha anche contro i lavoratori portuali, tra i più attivi nelle proteste contro il Green pass: “Per i lavoratori portuali dal 1963 è obbligatoria la vaccinazione antitetanica. Chi non si vaccina non può lavorare. Perché il problema viene fuori solo ora per la vaccinazione contro Covid, un pericolo immensamente superiore a quello del tetano?”.