Green pass, firmato Dpcm: novità su smart working, controlli e privacy
Nuovo provvedimento che modifica le regole per i lavoratori con Green pass: cosa cambia e quando
Mario Draghi, martedì 12 ottobre 2021, ha firmato il dpcm che ha dato indicazioni più chiare sui controlli e sul tema della privacy relativi all’obbligo del green pass per i lavoratori. Obbligo che scatta a partire dal 15 ottobre. Il dpcm, inoltre, ha spiegato che fine faranno i dati rilevati dalle app o dalle piattaforme digitali messe in campo per monitorare i possessori del certificato verde.
Con il nuovo dpcm vengono riviste alcune indicazioni presenti nel dpcm dello scorso 17 giugno che ha introdotto il green pass in Italia dal primo luglio. Tra le novità c’è il software messo a disposizione da ministero della Salute, ministero dell’Innovazione, ministero dell’Economia con il supporto tecnico di Sogei che tramite la tessera sanitaria consente di leggere i dati contenuti nel certificato messi a diposizione dal ministero della Salute per una verifica quotidiana e automatizzata del green pass. Ci sarà quindi un’app apposita riservata ai controlli.
Il green pass potrà essere richiesto al lavoratore in anticipo per esigenze di organizzazione e pianificazione dei turni, ma non oltre le 48 ore prima “ciò anche in relazione agli obblighi di lealtà e di collaborazione derivanti dal rapporto di lavoro”, si legge nelle prime bozze del dpcm. Tra le indicazioni c’è il divieto di conservare il Qr code presente nel green pass e rilevato dalle piattaforme digitali o dalle app durante la verifica quotidiana. Vietato anche l’uso per altri fini.
Green pass, cosa cambia dal 15 ottobre per i lavoratori: regole e controlli
Palazzo Chigi in una nota, ha chiarito come si procederà dal 15 ottobre: “Oltre ai lavoratori dipendenti della singola amministrazione, sono soggetti all’obbligo i dipendenti delle imprese che hanno in appalto i servizi di pulizia, di ristorazione, di manutenzione, di rifornimento dei distributori automatici, i consulenti e collaboratori e i prestatori o frequentatori di corsi di formazione, come pure i corrieri che recapitano all’interno degli uffici posta d’ufficio o privata. Sono esclusi soltanto gli utenti”.
“I soggetti in attesa di rilascio di valida certificazione verde – spiega sempre Palazzo Chigi – potranno utilizzare i documenti rilasciati dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta. I soggetti sprovvisti di certificazione verde dovranno essere allontanati dal posto di lavoro”.
“Ciascun giorno di mancato servizio – si legge sempre nella nota -, fino all’esibizione della certificazione verde, è considerato assenza ingiustificata, includendo nel periodo di assenza anche le eventuali giornate festive o non lavorative. In nessun caso l’assenza della certificazione verde comporta il licenziamento“.
“Il soggetto preposto al controllo è il datore di lavoro – sottolineano dalla presidenza del Consiglio -, che può delegare questa funzione con atto scritto a specifico personale, preferibilmente con qualifica dirigenziale. Le linee guida lasciano libero il datore di lavoro di stabilire le modalità attuative. Il controllo potrà avvenire all’accesso, evitando ritardi e code durante le procedure di ingresso, o successivamente, a tappeto o su un campione quotidianamente non inferiore al 20% del personale in servizio, assicurando la rotazione e quindi il controllo di tutto il personale”.
E ancora: “Per le verifiche, sarà possibile usare l’applicazione gratuita Verifica C-19. Inoltre, saranno fornite alle amministrazioni applicazioni e piattaforme volte a facilitare il controllo automatizzato, sul modello di quanto avvenuto per scuole e università”.
Il dpcm mette in conto anche una flessibilità maggiore per gli orari di ingresso e di uscita. “Ogni amministrazione – viene sottolineato – anche al fine di non concentrare un numero eccessivo di personale sulle mansioni di verifica della certificazione verde, dovrà provvedere ad ampliare le fasce di ingresso e di uscita dalle sedi di lavoro del personale alle proprie dipendenze. Sarà quindi consentito il raggiungimento delle sedi di lavoro stesse e l’inizio dell’attività lavorativa in un più ampio arco temporale”.
Per quel che concerne lo smart working, nel decreto si spiega che “non è consentito in alcun modo, in quanto elusivo del predetto obbligo, individuare i lavoratori da adibire al lavoro agile sulla base del mancato possesso di tale certificazione”. Riassumendo: i lavoratori in smart working non devono obbligatoriamente avere il green pass (non è previsto un controllo in questo frangente), ma la modalità da remoto non può essere un modo per eluderne l’obbligo.
Brunetta: “Pubblica amministrazione torna alla sua piena operatività”
“Con le linee guida sul green pass – spiega Brunetta -, adottate oggi dal Presidente Draghi con Dpcm, e con il mio decreto sul rientro in presenza, si completa la cornice per garantire dal 15 ottobre il ritorno della Pubblica amministrazione alla sua piena operatività, a partire dagli sportelli e dal back office”.
“Grazie alle vaccinazioni l’Italia – rimarca il ministro per la Pubblica amministrazione – recupera una nuova normalità, fatta di relazione, innovazione ed efficienza dei servizi a cittadini e imprese. Il rinnovo dei contratti, le assunzioni e la definizione dei Piani integrati di attività e organizzazione (Piao) saranno altra linfa per rafforzare la capacità amministrativa e concretizzare il percorso di riforme e di investimenti avviato con il Pnrr”.
Sottosegretario Andrea Costa: “Eventuali novità nel 2022”
Le vere novità, come ha anticipato il sottosegretario Andrea Costa, arriveranno però soltanto nel 2022: “Sarà possibile rivedere ed eventualmente ridurre l’attuale applicazione del Green pass con l’inizio del nuovo anno se i dati dell’epidemia continueranno a mostrare un trend di miglioramento, ma una valutazione più precisa sara’ fatta a dicembre in concomitanza con la scadenza dello stato di emergenza”.