Governo, il Senato vota la fiducia: sì al governo Draghi
Il Senato ha votato sì alla fiducia del governo di Mario Draghi: maggioranza ampia
Il governo Draghi ha ricevuto la fiducia dal Senato: sono 262 i voti a favore, 40 i voti contrari e 2 gli astenuti. Prima dell’inizio delle operazioni di voto, il presidente del Consiglio ha risposto agli interventi parlamentari sul suo programma di governo, che si sono succeduti nelle ore di dibattito seguite al suo discorso.
“Voglio ribadire quanto considero cruciale la funzione e il lavoro del Parlamento, in particolare per quanto riguarda il Programma di ripresa e resilienza, ho indicato come la governance debba essere incardinato al ministero dell’Economia con strettissimo coordinamento con i ministeri competenti, per definire e attuare i progetti. Il parlamento sarà informato in modo tempestivo sul programma e le linee di intervento” ha premesso Draghi nella sua risposta ai Senatori.
Governo, la replica di Draghi al Senato prima della fiducia: la battuta sul microfono
Prima di passare in rassegna i temi toccati in Aula, il premier è incappato in un piccolo siparietto col microfono: “Scusate, ma devo ancora imparare” ha scherzato Draghi, quando gli fanno notare che la sua voce non si sente bene e il ministro Federico D’Incà si deve alzare per avvicinargli il microfono.
“Questo governo conferma l’impegno di andare nella direzione dell’inserimento in Costituzione dei concetti di ambiente e sviluppo sostenibile sui cui sta lavorando il Senato con un progetto di legge” ha ribadito Draghi nella sua replica.
“Il coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni”, ha sottolineato, così come quello “delle parti sociali” nelle “cose” che il governo vuole fare “non solo è indispensabile ma è essenziale”.
“Molto è stato fatto per assicurare ristori adeguati: occorre fare molto di più, va colta l’opportunità di Next generation Eu per investimenti su capitale umano e nuove tecnologie. La cultura in tutte le sue forme imprescindibile per la crescita e il benessere del Paese” dice ancora il premier.
Governo, la replica di Draghi al Senato prima della fiducia: il dossier migrazione
Sul tema migranti il presidente Draghi dichiara che “la risposta più efficace e duratura passa per una piena assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni europee”.
“Permane la contrapposizione tra Stati di frontiera esterna, e Stati del Nord e dell’Est Europa, principalmente preoccupati di evitare i cosiddetti movimenti secondari – spiega il premier. L’Italia, appoggiata anche da alcuni Paesi mediterranei, propone un meccanismo obbligatorio di re-distribuzione dei migranti pro-quota”, sottolinea.
Governo, la replica di Draghi al Senato prima della fiducia: la crisi economica
Uno dei punti in evidenza nella sua replica è la crisi economica derivata dagli effetti delle chiusure in contrasto alla diffusione del Covid-19: “Un’impresa che certamente riaprire dopo la pandemia è il turismo. Quindi investire nel turismo non significa buttar via i soldi, queli soldi tornano indietro”.
“Vanno messe in campo misure che permettano alle imprese del turismo di non fallire. Bisogna impedire che in questo periodo queste imprese falliscano perché poi si perde un capitale che, spesso, è capitale umano“, aggiunge Draghi.
In merito il presidente del Consiglio ha manifestato inoltre le su preoccupazioni sulla minaccia delle mafie: “C’è poi un rischio specifico che corriamo in vista della stagione di ricostruzione” ha spiegato, “le possibili infiltrazioni della criminalità organizzata a seguito della crisi di liquidità in diversi settori. Questo rischio viene costantemente seguito” con l’obiettivo di “anticipare una risposta strutturata in termini di prevenzione e contrasto”.
Al centro della risposta di Mario Draghi ci sono anche il Sud e la Cultura:”Come ho detto, legalità e sicurezza sono basi su cui costruire benessere e crescita nel Mezzogiorno: senza non ci può essere crescita. È chiaro che ci sono strumenti specifici come credito d’imposta ma senza legalità e sicurezza è molto difficile crescere”.
“Le restrizioni necessarie a contenere la pandemia hanno messo a dura prova musei, cinema, teatri. La cultura va sostenuta. Il rischio è di perdere un patrimonio che definisce la nostra identità. La perdita economica è ingente, ma ancor più grande sarebbe la perdita dello spirito” è il monito di Draghi.
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