Governo, ok alla fiducia a Draghi in Senato. Chi ha votato contro
Sì alla fiducia sul governo Draghi. Il premier si è presentato davanti al Senato per illustrare il programma del nuovo esecutivo
Il governo Draghi ha ricevuto la fiducia al Senato: sono 262 i voti a favore, 40 i voti contrari e 2 gli astenuti. Nonostante l’ampia maggioranza conquistata, maggiore di 101 voti rispetto alla soglia della maggioranza assoluta fissata a 161, l’ex numero uno della Banca Centrale Europea non è riuscito a battere il primato raggiunto da Mario Monti, che nel 2011 ricevette 281 voti a favore, cioè 19 in più di quelli ottenuti oggi.
DRAGHI ALLA CAMERA PER LA FIDUCIA: GUARDA LA DIRETTA STREAMING
Governo Draghi: chi ha votato contro la fiducia
Tra i voti contrari alla fiducia al governo Draghi, oltre ai 19 parlamentari di Fratelli d’Italia (tutti i componenti del gruppo a Palazzo Madama), figurano anche 15 senatori del Movimento 5 Stelle.
Si tratta, nello specifico, di Abate, Angrisani, Corrado, Crucioli, Di Nitto, Granato, Gianuzzi, Lamura, Lanutti, Lezzi, Mantero, Mininno, Moronese, Morra e Ortis.
Altri sei senatori del M5S sono risultati assenti alla votazione: sono Auddino, Botto, Dessì, Garutti, Nocerino e Vanin.
Nel Gruppo Misto hanno votato contro Ciampolillo, Fattori, Giarrusso, Martelli e Nugnes. Drago, invece, si è astenuta.
Il discorso di Mario Draghi al Senato
Durante la giornata di mercoledì, Mario Draghi è intervenuto per illustrare i punti del programma del nuovo governo prima del voto a Palazzo Madama.
Il discorso del premier è iniziato con il ricordo delle vittime del Covid. “Nostro dovere è combattere con ogni mezzo la pandemia e salvaguardare le vite dei cittadini”. Siamo in “una trincea dove combattiamo tutti insieme, il coronavirus è nemico di tutti. È nel commosso ricordo di chi non c’è più che cresce il nostro impegno”.
Il suo, ha spiegato, “è semplicemente il governo del Paese. Non ha bisogno di alcun aggettivo che lo definisca. Riassume la volontà, la consapevolezza, il senso di responsabilità delle forze politiche che lo sostengono alle quali è stata chiesta una rinuncia per il bene di tutti”.
“Oggi noi abbiamo, come accadde ai governi dell’immediato dopoguerra, la possibilità, o meglio la responsabilità, di avviare una nuova ricostruzione” attraverso “la fiducia reciproca nella fratellanza nazionale e nel perseguimento di un riscatto civico e morale”. Dopo la guerra “collaborarono forze politiche ideologicamente lontane, se non contrapposte. Sono certo che anche a questa nuova ricostruzione nessuno farà mancare, nella distinzione di ruoli e identità, il proprio apporto”.
“Questa è la nostra missione di italiani: consegnare un Paese migliore e più giusto” alle nuove generazioni. “Loro sono i nostri figli, i nostri nipoti, il nostro futuro“.
SONDAGGIO – Sei d’accordo con il discorso di Draghi in Senato?
La promessa di Draghi ai lavoratori colpiti dalla pandemia
Il presidente del Consiglio ha espresso solidarietà “a tutti coloro che soffrono per la crisi economica che la pandemia ha scatenato e a coloro che lavorano nelle attività più colpite o fermate per motivi sanitari. Conosciamo le loro ragioni, siamo consci del loro enorme sacrificio e li ringraziamo. Ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro diritti, alla normalità delle loro occupazioni”.
Per questo “ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole”.
Draghi ringrazia Conte, fischi e urla in Senato dall’opposizione
Mario Draghi ha ringraziato il predecessore Giuseppe Conte, spiegando le difficoltà affrontate dal governo giallorosso nella situazione straordinaria che stiamo vivendo. La frase è stata accolta dagli applausi della scorsa maggioranza e fischi tra i banchi del centrodestra.
Draghi contro i sovranisti: “Sostenere il Governo come sostenere l’Euro”
Il premier ha lanciato una frecciata ai sovranisti in Parlamento. “Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’Euro, significa condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune, capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione”.
“Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa“, ha sottolineato.
“Nell’appartenenza convinta al destino dell’Europa siamo ancora più italiani, ancora più vicini ai nostri territori di origine o residenza. Dobbiamo essere orgogliosi del contributo italiano alla crescita e allo sviluppo dell’Unione europea. Senza l’Italia non c’è l’Europa. Ma fuori dall’Europa c’è meno Italia. Non c’è sovranità nella solitudine. C’è solo l’inganno di ciò che siamo, nell’oblio di ciò che siamo stati e nella negazione di quello che potremmo essere”, ha continuato.
Draghi: “Dobbiamo essere più orgogliosi del nostro Paese”
“Mi sono sempre stupito e un po’ addolorato in questi anni, nel notare come spesso il giudizio degli altri sul nostro Paese sia migliore del nostro. Dobbiamo essere più orgogliosi, più giusti e più generosi nei confronti del nostro Paese. E riconoscere i tanti primati, la profonda ricchezza del nostro capitale sociale, del nostro volontariato, che altri ci invidiano”, ha evidenziato il premier.
Draghi: “Con il coronavirus a rischio tutti i lavoratori”
Il presidente del Consiglio ha fatto il punto sull’emergenza coronavirus, con i numeri di morti e dei ricoveri causa Covid, spiegando che l’aspettativa di vita in Italia ha subito un grosso calo che non si vedeva dai tempi delle guerre mondiali. Inoltre “la diffusione del virus ha comportato gravissime conseguenze anche sul tessuto economico e sociale del nostro Paese. Con rilevanti impatti sull’occupazione, specialmente quella dei giovani e delle donne”.
Si tratta di “un fenomeno destinato ad aggravarsi quando verrà meno il divieto di licenziamento”, ha continuato. “Il numero totale di ore di cassa integrazione per emergenza sanitaria dal 1° aprile al 31 dicembre dello scorso anno supera i 4 milioni. Nel 2020 gli occupati sono scesi di 444 mila unità, ma il calo si è accentrato su contratti a termine, -393 mila, e lavoratori autonomi, -209 mila. La pandemia ha finora colpito soprattutto giovani e donne, una disoccupazione selettiva ma che presto potrebbe iniziare a colpire anche i lavoratori con contratti a tempo indeterminato“.
La mini riforma della scuola di Draghi: cambiano gli istituti tecnici
“La diffusione del Covid ha provocato ferite profonde nelle nostre comunità, non solo sul piano sanitario ed economico, ma anche su quello culturale ed educativo. Le ragazze e i ragazzi hanno avuto, soprattutto quelli nelle scuole secondarie di secondo grado, il servizio scolastico attraverso la didattica a distanza che, pur garantendo la continuità del servizio, non può non creare disagi ed evidenziare diseguaglianze”, ha spiegato Draghi.
“Non solo dobbiamo tornare rapidamente a un orario scolastico normale, anche distribuendolo su diverse fasce orarie, ma dobbiamo fare il possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà”, ha continuato il premier.
“Occorre rivedere il disegno del percorso scolastico annuale. Allineare il calendario scolastico alle esigenze derivanti dall’esperienza vissuta dall’inizio della pandemia. Il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza”, ha sottolineato. “È necessario investire nella formazione del personale docente per allineare l’offerta educativa alla domanda delle nuove generazioni”.
“In questa prospettiva particolare attenzione va riservata agli Itis, gli istituti tecnici. In Francia e in Germania, ad esempio, questi istituti sono un pilastro importante del sistema educativo”. Per questo “è stato stimato in circa 3 milioni, nel quinquennio 2019-23, il fabbisogno di diplomati di istituti tecnici nell’area digitale e ambientale. Il Programma nazionale di ripresa e resilienza assegna 1,5 miliardi agli Itis, 20 volte il finanziamento di un anno normale prima della pandemia. Senza innovare l’attuale organizzazione di queste scuole, rischiamo che quelle risorse vengano sprecate”, ha aggiunto.
Draghi: il nuovo piano per distribuire i vaccini anti Covid
Per il piano di vaccinazione “abbiamo bisogno di mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla Protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private”.
“La nostra prima sfida è, ottenutene le quantità sufficienti, distribuire” il vaccino “rapidamente ed efficientemente”. Bisogna fare “tesoro dell’esperienza fatta con i tamponi che, dopo un ritardo iniziale, sono stati permessi anche al di fuori della ristretta cerchia di ospedali autorizzati. E soprattutto imparare dai Paesi che si sono mossi più rapidamente di noi, disponendo subito di quantità di vaccini adeguate”.
“La velocità è essenziale non solo per proteggere gli individui e le loro comunità sociali, ma ora anche per ridurre le possibilità che sorgano altre varianti del coronavirus“, ha sottolineato. “Nostro dovere è combattere con ogni mezzo la pandemia e salvaguardare le vite dei cittadini: una trincea dove combattiamo tutti insieme, il virus è nemico di tutti”.
Governo Draghi ambientalista: la lotta al cambiamento climatico
“Quando usciremo, e usciremo, dalla pandemia, che mondo troveremo? Alcuni pensano che la tragedia nella quale abbiamo vissuto per più di 12 mesi sia stata simile ad una lunga interruzione di corrente. Prima o poi la luce ritorna, e tutto ricomincia come prima. La scienza, ma semplicemente il buonsenso, suggeriscono che potrebbe non essere così. Il riscaldamento del pianeta ha effetti diretti sulle nostre vite e sulla nostra salute, dall’inquinamento, alla fragilità idrogeologica, all’innalzamento del livelllo dei mari che potrebbe rendere ampie zone di alcune città litoranee non più abitabili”.
Il premier Mario Draghi ha citato Papa Francesco, dicendo: “Le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. E io penso che se chiedessi al Signore che cosa pensa, non credo mi direbbe che è una cosa buona: siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore”
Per questo “proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale, richiede un approccio nuovo: digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori, biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra, sono diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l’ecosistema in cui si svilupperanno tutte le azioni umane”.
“La risposta della politica economica al cambiamento climatico e alla pandemia dovrà essere una combinazione di politiche strutturali che facilitino l’innovazione, di politiche finanziarie che facilitino l’accesso delle imprese capaci di crescere al capitale e al credito e di politiche monetarie e fiscali espansive che agevolino gli investimenti e creino domanda per le nuove attività sostenibili che sono state create. Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta”, ha evidenziato.
Draghi in Senato: il piano per le aziende e i lavoratori in crisi
“Uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce”, ha ribadito Draghi. “Questa osservazione, che gli scienziati non smettono di ripeterci, ha una conseguenza importante. Il Governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi”.
“Centrali sono le politiche attive del lavoro. Affinché esse siano immediatamente operative è necessario migliorare gli strumenti esistenti, come l’assegno di riallocazione, rafforzando le politiche di formazione dei lavoratori occupati e disoccupati. Vanno anche rafforzate le dotazioni di personale e digitali dei centri per l’impiego in accordo con le Regioni. Questo progetto è già parte del Programma nazionale di ripresa e resilienza ma andrà anticipato da subito”, ha continuato.
“Anche nel nostro Paese alcuni modelli di crescita dovranno cambiare. Ad esempio il modello di turismo, un’attività che prima della pandemia rappresentava il 14% del totale delle nostre attività economiche. Imprese e lavoratori in quel settore vanno aiutati a uscire dal disastro creato dalla pandemia. Ma senza scordare che il nostro turismo avrà un futuro se non dimentichiamo che esso vive della nostra capacità di preservare, cioè almeno non sciupare, città d’arte, luoghi e tradizioni che successive generazioni attraverso molti secoli hanno saputo preservare e ci hanno tramandato”, ha spiegato Mario Draghi.
Draghi in Senato: parità di genere nel programma del Governo
“L’Italia presenta oggi uno dei peggiori gap salariali tra generi in Europa, oltre una cronica scarsità di donne in posizioni manageriali di rilievo. Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge. Richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi. Intendiamo lavorare in questo senso, puntando a un riequilibrio del gap salariale e un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro”, ha spiegato in Senato il premier.
Draghi in Senato: il programma per investimenti e infrastrutture
“In tema di infrastrutture occorre investire sulla preparazione tecnica, legale ed economica dei funzionari pubblici per permettere alle amministrazioni di poter pianificare, progettare e accelerare gli investimenti con certezza dei tempi, dei costi e in piena compatibilità con gli indirizzi di sostenibilità e crescita indicati nel Programma nazionale di ripresa e resilienza”, ha dichiarato il presidente del Consiglio.
“Il settore privato deve essere invitato a partecipare alla realizzazione degli investimenti pubblici apportando più che finanza, competenza, efficienza e innovazione per accelerare la realizzazione dei progetti nel rispetto dei costi previsti“, ha sottolineato, richiamando in qualche modo il modello Genova.
Draghi parla del Recovery plan: come verranno spesi i soldi dell’Europa
Il premier ha sottolineato che il Parlamento verrà costantemente informato sulle decisioni prese dal Governo per affrontare l’emergenza sanitaria e per le riforme e per la spesa dei soldi che arriveranno dal Recovery fund. “La strategia per i progetti del Next Generation Eu non può che essere trasversale e sinergica, basata sul principio dei cobenefici, cioè la capacità di impattare simultaneamente più settori, in maniera coordinata”.
“Dovremo imparare a prevenire piuttosto che a riparare, non solo dispiegando tutte le tecnologie a nostra disposizione ma anche investendo sulla consapevolezza delle nuove generazioni che ogni azione ha una conseguenza. Queste risorse dovranno essere spese puntando a migliorare il potenziale di crescita della nostra economia. La quota di prestiti aggiuntivi che richiederemo tramite la principale componente del programma, lo Strumento per la ripresa e resilienza, dovrà essere modulata in base agli obiettivi di finanza pubblica”.
“Vi sono poi strumenti specifici” per il Mezzogiorno “quali il credito d’imposta e altri interventi da concordare in sede europea”. Ma “per riuscire a spendere e spendere bene, utilizzando gli investimenti dedicati dal Next Generation Eu, occorre irrobustire le amministrazioni meridionali, anche guardando con attenzione all’esperienza di un passato che spesso ha deluso la speranza”.
Le riforme del governo Draghi: fisco, settre pubblico e giustizia
Tra le azioni del governo illustrate da Mario Draghi ci sarà una riforma del fisco complessiva, per evitare modifiche delle singole tasse. Il sistema tributario, ha sottolineato, dovrà essere cambiato da esperti del settore. Si tratterà di un “passaggio decisivo”, con una riforma dell’Irpef, riducendo gradualmente il carico fiscale e preservando la progressività e contrastando l’evasione fiscale.
Un’altra importante riforma sarà quella della Pubblica amministrazione, che dovrà essere attuata con urgenza. Agli uffici verrà chiesto di produrre un piano di smarrimento delle pratiche arretrate, istituendo nuove piattaforme per i cittadini e premiando la meritocrazia.
Ancora il governo Draghi attuerà una riforma della giustizia, che garantirà a ogni persona sottoposta a un processo lo stesso trattamento in ogni tribunale ed eliminerà la corruzione.
La politica estera del governo Draghi: come intende agire
Mario Draghi ha poi illustrato al Senato le azioni di politica estera del Governo, sottolienando la vocazione atlantista ed europeista del suo esecutivo. Stringere il rapporto con Francia e Germania, ma anche con i Paesi dell’area mediterranea come Spagna, Grecia e Malta sarà al centro dell’operato della Farnesina.
Russia e Cina rimarranno osservati speciali, insieme alla Turchia, visti i cambiamenti politici che stanno avvenendo in questi stati. Con la nuova amministrazione Biden, Draghi ha ipotizzato un ritorno degli Usa nella politica europea. Italia e Regno Unito si uniranno inoltre alla guida del G7.
Draghi chiude l’intervento in Senato con un monito sull’unità
“Oggi l’unità non è un’opzione, ma un dovere guidato da ciò che sono certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia“, ha concluso Mario Draghi in Senato, accompagnato da un lungo applauso dell’Emiciclo.
Casellati ricorda con commozione Franco Marini
La seduta si è aperta con la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati che ha riepilogato le nomine del presidente del Consiglio, dei 23 nuovi ministri e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio e illustrato il calendario dei lavori. Ha poi ricordato con commozione la recente scomparsa di Franco Marini, che in vita è stato presidente del Senato e segretario del Partito Popolare Italiano, poi convogliato nel PD.