Nezha Lareq: chi è la candidata col centrodestra che ama Salvini
Nezha Lareq è candidata con Antonino Minicuci, appoggiato dalla Lega: condannata per sequestro di persona, sposa la politica migratoria di Salvini
“Nezha, la marocchina a Reggio che crede nella politica di Matteo Salvini“. Questa la didascalia della foto pubblicata dall’account ufficiale della Lega – Salvini Premier su Facebook: protagonista dello scatto è Nezha Lareq, candidata alle elezioni comunali a Reggio Calabria nelle liste di Antonino Minicuci, candidato sindaco per il centrodestra.
Nezha Lareq vive a Reggio Calabria ed è originaria del Marocco: negli ultimi giorni ha espresso sui social e in varie interviste diversi apprezzamenti nei confronti del leader della Lega, Matteo Salvini, tanto da attirarne l’attenzione ed essere ripresa proprio dagli account ufficiali del partito.
Nezha Lareq, la candidata con la Lega condannata per sequestro di persona
Non sono però mancate le polemiche nei confronti della candidata: Nezha Lareq, infatti, ha una condanna in primo grado per sequestro di persona.
Inoltre ha idee chiare sull’immigrazione: “Ho sempre pensato che gli africani vanno aiutati a casa loro – ha dichiarato ai microfoni di Lacnews24.it -: apprezzo Salvini che non vuole tragedie in mare e che i migranti siano regolari, perché non tutti scappano dalle guerre e non tutti sono brave persone”.
Sul suo profilo Facebook, inoltre, Nezha Lareq ha pubblicato alcune foto (ora rese private) in cui sorride con un fucile mitragliatore tra le mani e un giubbotto antiproiettile.
Nezha Lareq, i motivi della condanna e la sentenza di primo grado
Per quel che riguarda la condanna in primo grado per sequestro di persona, i fatti risalirebbero al novembre 2017: insieme ad altre tre donne, anche loro condannate, avrebbe aggredito a Vibo Valentia un’altra donna, percuotendola con un ombrello per poi farla salire con la forza sulla loro auto.
All’interno del veicolo avrebbero proseguito nell’aggressione, strappandole i capelli e minacciandola di morte, oltre a rubarle 650 euro in contanti e monili vari.
Il processo è avvenuto con rito abbreviato, ora dovrà essere fissato l’appello.