Dietro Vannacci c'è Putin secondo l'ultima accusa: chi l'ha detto e perché. La risposta del generale
Fabrizio Cicchitto sostiene che il generale Roberto Vannacci possa essere la testa di ponte di Vladimir Putin in Italia. Ecco come il militare ha liquidato le insinuazioni
I consensi per il libro ‘Il mondo al contrario’, campione di vendite nelle ultime settimane, vanno di pari passo alle critiche al suo autore. L’ultimo attacco a Roberto Vannacci è di tipo ideologico. Qualcuno sostiene che dietro il volume ci sia un disegno ben preciso: quello di fare da apripista al putinismo in Italia.
- Roberto Vannacci e l'accusa di filoputinismo
- La replica del generale
- Perché qualcuno accusa Vannacci di convergenze con Putin
Roberto Vannacci e l’accusa di filoputinismo
Di più: qualcuno ha ipotizzato che l’input del libro venga direttamente dal Cremlino.
In un’intervista a La Repubblica l’ex presidente della commissione esteri Roberto Cicchitto ricorda il passato di Vannacci e le sue esperienze professionali in Russia:
“Questa persona faceva delle operazione speciali, non è uno sprovveduto. Per questo dico che ci vedo una mano, un disegno”.
E ancora: “Guardi che Putin è stato il primo leader mondiale a capire la capacità di condizionamento e di destabilizzazione delle liberaldemocrazie grazie a un utilizzo spregiudicato di Internet”.
Roberto Vannacci, generale brillante e dal curriculum invidiabile, era stato messo alla guida dell’Istituto geografico militare.
All’intervistatore che domanda se la nomina fosse stata una sorta di “punizione” dopo la sua esperienza a Mosca Cicchitto risponde che “non c’è alcun dubbio”.
Il motivo: “Con quel curriculum così di livello lo si voleva mandare in esilio, non ci si fidava di lui e lì non poteva far danni. Poi ne ha fatti altri su un piano politico-culturale”.
La replica del generale
Raggiunto dal Corriere della Sera per un commento, il generale Vannacci ha respinto ogni accusa di filoputinismo: “Sono solo speculazioni. Non parlo di cose che riguardano il mio servizio. Sono un soldato, non posso. Macché filorusso, io sono stato cacciato da Putin e da Lavrov”.
Perché qualcuno accusa Vannacci di convergenze con Putin
A insospettire alcuni commentatori la convergenza ideale fra alcune posizioni di Vannacci e quelle del Cremlino, come ad esempio l’esaltazione della famiglia tradizionale, le critiche agli omosessuali, alcune note politiche e qualche passaggio del libro in cui viene esaltato lo stile di vita russo.
Pagine 116 e 117: “In Russia c’è lavoro, e ce n’è anche tanto. Rispetto a molti posti del mondo, vi si vive anche abbastanza bene…”
Poi un paragone fra la gestione della sicurezza pubblica e dei flussi migratori fra Italia e Russia: “[…] l’immigrazione clandestina non esiste o è un fenomeno relegato alle popolazioni nomadi delle steppe asiatiche. Il clandestino in Russia non lo vai a fare perché sai che non avrai vita facile…”
E ancora: “Se poi non rispetti le leggi e la cultura locale, oltre a finire in carcere per gli eventuali reati commessi, vieni rispedito al mettente senza troppi complimenti…”
Pagine 147 e 148: “[a Mosca] incontravo, ben dopo l’imbrunire nei grandissimi e bellissimi parchi cittadini, donne sole e mamme con bambini che assaporavano il fresco delle sere estive senza il benché minimo timore di essere molestate da qualcuno”.
“Ma là c’è un dittatura — tuona qualcuno — come se una delle caratteristiche delle democrazie fosse quella di autorizzare ladri, stupratori e criminali a esercitare liberamente le loro attività”.
“E il problema è anche questo”, scrive Vannacci. “Se la democrazia non riesce a dare risposte concrete soprattutto nei confronti della delinquenza comune e di quei reati, come i furti, che toccano più di ogni altro il cittadino, allora l’elettorato si rivolgerà verso sistemi diversi, verso forme di governo più efficaci nei confronti dei malviventi”.
Nei giorni precedenti qualcuno, senza spingersi fino all’accusa di filoputinismo, aveva ipotizzato che dietro il libro ‘Il mondo al contrario’ potesse essere una speculazione politica.
Intanto le idee di Vannacci hanno lasciato la carta stampata per entrare nel mondo reale: è nato il movimento ‘Il mondo al contrario’.