Decreto Rave e la "musica non autoctona": l'emendamento fake scatena i social
Un emendamento fake sul Decreto Rave ha scatenato l'ilarità degli utenti su Twitter: ironia sul passaggio "musica non autoctona", ma era un falso
Ha fatto il giro del web scatenando grande ilarità un emendamento fake al cosiddetto Decreto Rave varato dal governo Meloni, secondo il quale la norma si sarebbe applicata ai raduni aventi ad oggetto la fruizione di “musica non autoctona“. L’autore della “bufala”, poi, ha “confessato”.
L’emendamento fake sulla “musica non autoctona”
Tutto è nato da un tweet del giornalista Carmelo Palma, che alle ore 12,10 di giovedì 3 novembre ha scritto: “L’emendamento del Viminale all’articolo 5 del decreto legge 31 ottobre 2022, n. 162, per chiare il campo di applicazione della norma anti #raveparty”.
Il tweet era corredato da un’immagine dell’emendamento (poi rivelatosi un falso), che recitava: “All’art.5, comma 1, capoverso art.434-bis, aggiungere infine il seguente comma: ‘La norma si applica esclusivamente ai raduni con finalità ludico-ricreative, aventi ad oggetto la fruizione di musica non autoctona e il consumo di sostanze psicotrope di cui al Dpr 309/1990. F.to Piantedosi”.
Nell’emendamento “fake” compariva anche il nome del ministro dell’Interno Piantedosi.
L’ironia social
A scatenare l’ironia degli utenti social è stato il passaggio sulla “musica non autoctona”, che ha dato vita anche all’hashtag #musicaautoctona.
Tra i vari utenti che hanno commentato la notizia, anche il conduttore tv e comico Luca Bizzarri, che ha scritto: ““No dai, la musica autoctona no, ci pigliano per il cu*o fino a domani” #nonhannounamico”. Una volta che l’autore della “fake news” ha svelato lo scherzo, lo stesso Bizzarri è tornato sull’argomento, scrivendo: “Non è tanto che fosse fake, ma che fosse verosimile. #nonhannounamico”. E poi: “…la cosa che dovrebbe far riflettere è che con l’emendamento fake che ci ha fatto ridere tutta la mattina, quella legge sarebbe comunque MIGLIORATA. Pensa come è scritta bene”.
La verità sull’emendamento fake
Carmelo Palma, su ‘Twitter’, ha svelato così il suo “gioco”: “UN BEL GIOCO DURA POCO. Questa mattina ho provato a pensare a come il Governo avrebbe potuto limitare ai cosiddetti rave party una norma, che evidentemente non può definire questi raduni, e distinguerli da altri di tipo analogo, semplicemente denominandoli “rave party”.
Poi ha aggiunto: “Tutte le soluzioni possibili mi sono sembrate imprecise, inattendibili o palesemente ridicole. Allora – ridicolo per ridicolo – facendo il verso al giuridichese prefettizio della norma originaria ho scritto un emendamento formalmente corretto, ma grottesco e parodistico. L’ho poi postato sapendo che alcuni ci sarebbero cascati, ma sono rimasto sorpreso dalla quantità di addetti ai lavori dell’informazione, della politica e perfino della satira che se lo sono bevuto senza fare una piega, ritenendolo perfettamente credibile. Il che non depone affatto contro la loro professionalità: conferma invece che di fronte a un governo e a un legislatore così improbabile tutto diventa possibile e può essere creduto come vero, perché il confine razionale tra il credibile e l’incredibile è completamente saltato“.
La chiosa finale di Carmelo Palma: “Insomma, pensavo di fare un post simil-Lercio, invece ho fatto un piccolo esperimento sociale, che mi ha insegnato che quando la realtà supera Lercio non c’è proprio un bel niente da ridere”.