Covid, dosi di vaccini diversi contro il contagio: lo studio
L'Università di Oxford userà per la prima e la seconda dose due vaccini anti Covid diversi per capire la compatibilità tra i farmaci
Il governo del Regno Unito ha deciso di finanziare uno studio presso l’Università di Oxford per stabilire se è possibile somministrare dosi di diversi vaccini anti Covid allo stesso individuo. Saranno 820 individui sopra i 50 anni che non sono ancora stati sottoposti alla profilassi a partecipare alla ricerca. Ne dà notizia l’Agi.
Gli scienziati somministreranno ai volontari una prima dose del vaccino prodotto da AstraZeneca e sviluppato dall’ateneo inglese o di quello prodotto da Pfizer e BioNTech. Il richiamo sarà fatto invece con un siero diverso con tempistiche tra le 4 e le 12 settimane.
Lo studio cercherà infatti di capire non solo la compatibilità tra vaccini diversi ma anche la loro efficacia contro il coronavirus in base al periodo di tempo che trascorre tra le due dosi.
“Se scopriamo che questi vaccini possono essere utilizzati in modo intercambiabile, questo aumenterà notevolmente la flessibilità della loro consegna”, ha fatto sapere il responsabile dello studio Matthew Snape, come riporta l’Agi. Sarà dunque possibile ovviare ai tanti ritardi nella distribuzione dei farmaci.
Il viceministro alla Sanità inglese Jonathan Van-Tam ha sottolineato l’importanza di “avere dati che possono sostenere un programma di vaccinazione più flessibile“, e si è detto ottimista riguardo il fatto che “combinando i vaccini la risposta immunitaria possa essere migliore, con livelli più alti di anticorpi che durano più a lungo”.
Sono circa 10 milioni i cittadini britannici che si sono già sottoposti alla vaccinazione anti Covid. Il Regno Unito punta a una copertura di almeno 15 milioni entro metà febbraio, con tutti gli over 70, i malati più fragili e il personale sanitario immunizzato.
Questo potrebbe rallentare la folle corsa del virus in Gran Bretagna, dove si contano 109 mila vittime. Nel pieno della nuova ondata scatenata dalla tramissibilità della variante inglese, il governo di Boris Johnson ha deciso di mettere il Paese per la terza volta in lockdown all’inizio di gennaio.