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Covid: si può convivere con il virus senza restrizioni? Quanti morti attendersi? Le risposte di Abrignani

"Non scherziamo, il Covid non è un raffreddore perché uccide". Il punto dell'immunologo Abrignani sulla pandemia Covid

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Sergio Abrignani, immunologo dell’università Statale di Milano, frena sui pareri di coloro che sostengono che il coronavirus diventerà a breve come un semplice raffreddore da non temere. “Non scherziamo. Il virus del raffreddore non uccide”, sottolinea l’esperto al Corriere della Sera con cui ha fatto il punto sulla pandemia che ha subito un’accelerata con l’arrivo della variante Omicron.

Il virologo, in riferimento all’ipotesi che il Covid possa tramutarsi in una malattia simile all’influenza, dice che “questo è probabile però dobbiamo distinguere tra vaccinati e non vaccinati” perché soltanto “per i primi essere contagiati dal Sars-CoV-2 potrebbe essere come prendere l’influenza che infetta ogni inverno milioni di persone”.

L’influenza, ricorda sempre Abrignani, “è letale in circa lo 0,1% (1 per 1.000) dei casi ed è pericolosa soprattutto per gli ultra 70enni con patologie croniche importanti”.

Covid, Abrignani: le differenze tra quarta ondata e quelle precedenti

C’è stato qualcuno che anche nel 2020 e nel 2021, nel corso delle prime tre ondate, ha paragonato il Covid all’influenza. Perché adesso si può azzardare un simile accostamento? “I numeri parlano – specifica Abrignani -. Fino alla primavera del 2021, prima dell’uso estensivo dei vaccini, il Covid in Italia era letale nel 2-3% dei casi, avevamo al picco ogni giorno 30-40 mila infezioni e 700-900 morti”.

“Oggi 12 gennaio – prosegue l’immunologo -, con circa il 94% della popolazione ultra60enne vaccinata con almeno due dosi e molti con tre, e con la variante Omicron che ha preso il sopravvento, la media settimanale è di 172.500 casi e 216 morti al giorno, quindi una letalità dello 0,12%”.

Covid, Sergio Abrignani frena sulla convivenza con il virus senza restizioni

Nel mondo occidentale si sta facendo largo l’ipotesi di una sorta di liberi tutti. Insomma, in molti pensano che si debba convivere con il virus rinunciando alle restrizioni. “Spagna, Portogallo e la Gran Bretagna stanno andando verso questa direzione – spiega l’esperto -. Molti Paesi, chi più chi meno, stanno razionalizzando la possibilità di un ritorno a una nuova normalità di vita con meno restrizioni e un certo numero “accettabile” di morti”.

Covid, operatori al lavoro.Fonte foto: ANSA

Abrignani, però, si chiede: “Siamo pronti in Italia, dopo il picco atteso per fine gennaio (quando la curva dei contagi dovrebbe scendere), a tollerare 3-4mila decessi per Covid al mese per 4-5 mesi l’anno in cambio di una vita di nuovo “normale”?”.

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