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Covid, quando finirà la pandemia? La previsione di Pregliasco

Il virologo Fabrizio Pregliasco ha ipotizzato una nuova data per la fine della pandemia, e ha detto la sua sulle riaperture

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Le riaperture anticipate del 26 aprile rappresentano un assaggio di libertà per gli italiani che per un mese intero sono stati costretti ad osservare misure anti-contagio molto stringenti. Una decisione che il premier Draghi ha definito un “rischio ragionato” sulla base dell’andamento della pandemia che sembra volgere a un miglioramento. Ma quando usciremo definitivamente dall’emergenza? Una domanda a cui gli esperti fanno fatica a rispondere, a causa della natura imprevedibile del coronavirus.

Quando finirà il Covid: la previsione di Pregliasco

A fare una previsione, tuttavia, è il virologo dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, che intervenendo a “Un giorno da pecora” su Rai Radio 1 ha dichiarato: “Quando sarà tutto finito? Tra qualche anno, direi due anni da adesso”.

Insomma, non proprio una rosea previsione, dettata anche dalla necessità di contrastare la diffusione del virus mutato: “Dovremo adattare i vaccini alle varianti, ci sarà una convivenza endemica, con un piccolo numero di casi”.

Buona parte degli esperti sono concordi nel credere che il coronavirus non sparirà, e che impareremo a conviverci. La fine dell’emergenza, dunque, non coinciderà con la scomparsa del virus ma piuttosto con l’allentamento delle pressioni sul sistema sanitario nazionale e l’abbattimento della curva delle vittime.

Il rischio delle riaperture

Certo è che una insostituibile arma è rappresentata dai vaccini, ma allo stato attuale l’immunità di gregge appare ancora molto lontana. Intanto, gli effetti delle misure osservate nel mese di aprile dovrebbero durare fino a metà maggio: questa è la previsione della Fondazione Gimbe, che però osserva come le prossime riaperture potrebbero condurre inevitabilmente a un nuovo aumento di casi.

All’Ansa, il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta ha spiegato che sarà difficile riportare l’incidenza settimanale dei nuovi casi sotto la soglia di 50 per 100mila abitanti, tale da permettere un tracciamento efficace dei positivi e dei casi contatto.

Se da un lato entro l’estate dovrebbero essere messe in sicurezza le fasce più fragili della popolazione grazie ai vaccini, dall’altro, ha osservato Cartabellotta, non si vedrà immediatamente un effetto sulla circolazione del virus “che richiede di mantenere tutte le misure individuali”.

Gli esperti divisi

Proprio il dibattito sulle riaperture ha diviso gli esperti: mentre c’è chi sostiene che sia troppo presto per riaprire le attività, additando anche il premier Draghi per le sue scelte, c’è chi invece le ritiene necessarie per preservare la tenuta sociale del Paese. Sempre Pregliasco, a “Un giorno da pecora”, ha dichiarato: “Il rischio zero non si può avere, qui si è dovuta fare una sintesi ma mi rendo conto che dopo un anno di chiusure non ce la si fa più”.

“Riaprire è una scelta che farà pagare un prezzo non stabilito però, e spero non alto. Dipende come attueremo i protocolli. C’è rischio che alcune regioni tornino rosse dopo qualche tempo”, ha concluso il virologo.

Riaperture: i virologi a favore e contro le misure di Draghi Fonte foto: ANSA
Riaperture: i virologi a favore e contro le misure di Draghi
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