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Covid, i tre motivi per vaccinare i bambini: parla il pediatra Rossi

Sono tre i motivi che, secondo l'esperto del Bambino Gesù, devono convincere i genitori a sottoporre i bambini al vaccino anti Covid

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

Certo che sono favorevole a vaccinare i bambini tra i 5 e gli 11 anni”. A parlare è il dottor Paolo Rossi, direttore del dipartimento di pediatria dell’ospedale Bambino Gesù di Roma. Intervistato dal Corriere della Sera, ha subito espresso la sua posizione sulla somministrazione dei preparati anti Covid ai più piccoli. “Sì e poi sì. Nessuno tra i miei colleghi e neppure tra gli infettivologi le risponderebbe diversamente”.

Covid, i tre motivi per vaccinare i bambini: diffondono il virus

Ha così spiegato due motivi principali per cui la maggior parte dei medici è favorevole. Il primo è perché “in questo momento gli unici sostegni alla circolazione del virus pandemico, oltre ai no vax e agli esitanti, sono i piccoli che non hanno ancora uno strumento di immunizzazione autorizzato nei Paesi europei per la loro età”.

“Infatti la maggior parte dei contagi riguardano adulti che vivono in famiglie con figli piccoli. Se lasciamo la libertà al Sars-Cov-2 di replicarsi, aumenterà la capacità di dare origine a nuove varianti”, ha spiegato Paolo Rossi.

Covid, i tre motivi per vaccinare i bambini: posso contrarre la Mis-c

“Al secondo posto piazzo una motivazione medica. È vero, i giovani che prendono il Covid hanno sintomi lievi. Eppure esistono casi di malattia grave“, e sono tutti ben documentati.

“Dall’inizio della pandemia solo nel nostro centro”, il Bambino Gesù di Roma, “abbiamo ricoverato 45 pazienti con sindrome infiammatoria multisistemica, o Mis-c, che all’inizio non conoscevamo. Questo per dire che ignoriamo le conseguenze a lungo termine della malattia”.

Un avvenimento che non è particolarmente raro nell’infettivologia. Ad esempio “il morbillo, a distanza di anni, può dar luogo a una forma di encefalite molto grave”.

Covid, i tre motivi per vaccinare i bambini: ricevono già altri vaccini

Ancora, in favore del vaccino anti Covid ai bambini, l’esperto ha spiegato che “entro il primo anno di vita ricevono l’esavalente che contiene sei vaccini”.

Si tratta di quelli di “difterite, tetano, pertosse, epatite B, poliomielite e haemophilus influenzae“. Dunque, “per quale ragione bisognerebbe temere la puntura che ora gli proponiamo per metterli al sicuro?”.

Dello stesso parere anche l’infettivologo Matteo Bassetti che, intervistato da Virgilio Notizie, ha parlato proprio del vaccino esavalente, mettendo a paragone pertosse e Covid.

Covid, le risposte alle obizioni più comuni contro il vaccino ai bambini

L’obiezione più comune contro i vaccini nella fascia tra i 5 e gli 11 anni è quella che non ci sono ancora dati sufficienti sul suo uso in pediatria. “Con questo ragionamento un genitore non dovrebbe dare farmaci ai suoi figli, visto che solo il 10% viene testato sui neonati e il 50% sugli under 12″, ha continuato Paolo Rossi.

E sulla possibilità di limitare la somministrazione del preparato anti Covid ai soli bambini fragili, “risparmiando” i sani, l’esperto risponde in maniera netta che non sarebbe fattibile.

Devono averla tutti. Sono d’accordo solo sul fatto che a ricevere per primi la puntura siano i pazienti con fragilità e magari per loro bisognerebbe seguire uno schema di immunizzazione diverso”, ha spiegato.

Infatti, “come abbiamo visto nel nostro reparto, dove sono ricoverati i pazienti più complessi positivi al virus, il 30% degli adolescenti non ha sviluppato una risposta anticorpale dopo le due dosi”.

In chiusura Paolo Rossi ha ricordato “che l’influenza la conosciamo in tutte le sue conseguenze, invece del nuovo coronavirus dobbiamo ancora scoprire moltissimo“. Per questo bisogna tentare di immunizzare tutti i bambini e i ragazzi, sia con l’antinfluenzale che con l’anti Covid.

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