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Covid, controllo su anticorpi: studio prova l'efficacia dei vaccini

La ricerca dello Ieo prova l'efficacia dei vaccini e cerca di fare chiarezza sulla risposta anticorpale

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

L’efficacia dei vaccini anti-Covid è uno dei fattori centrali del piano di immunizzazione e ora più che mai, con il rilancio della campagna tramite la terza dose, viene analizzata dagli studiosi per capire quanto duri la protezione. Uno studio dell’Istituto europeo di Oncologia (Ieo) e finanziata dalla Fondazione Guido Venosta, ha rilevato un calo della possibilità di infezione dal 18% all’1,5% dopo il vaccino contro il coronavirus. Lo riporta il Corriere della Sera.

Covid, studio prova l’efficacia dei vaccini: i risultati dello Ieo

La ricerca, in attesa di revisione sulla rivista piattaforma medRxiv per poter essere pubblicata, ha coinvolto 2mila persone dell’istituto, fra personale medico, sanitario, amministrativo e di ricerca, esaminate fin dall’inizio della pandemia, prima attraverso i tamponi e dopo aver ricevuto il vaccino, attraverso il controllo della presenza di anticorpi anti Sars-CoV-2 nel sangue.

Quello sull’analisi del livello degli anticorpi per stabilire il grado di protezione dal Covid-19, in particolare, è un parametro ultimamente molto dibattuto, soprattuto in previsione della terza dose.

“La domanda preliminare, cui rispondere, era: ho avuto la malattia oppure ho fatto il vaccino, in che misura il mio organismo ha fabbricato anticorpi capaci di neutralizzare il virus?” ha spiegato dal coordinatore dello studio e direttore della ricerca allo Ieo, Pier Giuseppe Pelicci.

“I nostri dati dimostrano che la produzione di anticorpi è molto più robusta dopo il vaccino (in oltre il 98 per cento delle persone), niente a che vedere con quella conseguente all’infezione, molto più debole” dice lo studioso.

L’analisi ha portato a tre risultati: “Il primo punto è che i vaccini funzionano alla grande. Non è una novità, ma qui abbiamo la dimostrazione in un cosiddetto studio longitudinale, che ha cioè seguito un gruppo di persone, omogenee per esposizione al rischio di infezione, nel tempo” sottolinea Pelicci.

“Il secondo punto è che quando un vaccinato si ammala la malattia è più lieve e verosimilmente meno contagiosa che nel non immunizzato”. Secondo la ricerca, in queste circostanze, meno frequenti ma possibili, il vaccinato risulta positivo al tampone per circa due giorni, contro i 16 del non vaccinato.

Covid, studio prova l’efficacia dei vaccini: la risposta anticorpale

Infine, sugli anticorpi la ricerca ha dimostrato come in ogni caso si registri una diminuzione nel tempo e la loro produzione risulta minore più avanti con l’età o nelle persone più fragili: “Il messaggio della nostra ricerca è questo: ha senso valutare la risposta anticorpale in una certa popolazione, per esempio gli anziani. E i risultati possono indirizzare le politiche sanitarie, cioè le scelte della tempistica per la terza dose ad esempio. Ma è impensabile sottoporre tutta la popolazione a questi test e decidere caso per caso il da farsi” speiga ancora Pelicci.

“Mi auguro che i risultati di questo studio possano fugare i dubbi di chi ancora non crede nel buon funzionamento dei vaccini e che i test sierologici vengano usati nell’ambito di campagne vaccinali mirate”, è stato il commento di Giuseppe Caprotti presidente della Fondazione Guido Venosta.

Terza dose vaccino, chi deve farla e quando: la guida completa Fonte foto: ANSA
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