Coronavirus, infezione diversa tra cani e gatti: cosa cambia
Il coronavirus nei cani e nei gatti: qual è l'animale che si infetta di più e qual è il più contagioso. Uno studio fa chiarezza
I cani e i gatti possono essere contagiati dal coronavirus ma ci sono notevoli differenze sia in merito al tipo di infezione sia nel modo in cui la trasmettono oppure no agli altri animali e agli esseri umani. A fare chiarezza sulla questione, molto dibattuta negli ultimi mesi, è una ricerca scientifica pubblicata sulla rivista Pnas.
Lo studio ha confermato che i cani e i gatti possono contrarre il coronavirus ma la loro risposta immunitaria fa sì che non si ammalino e quindi non sviluppino sintomi.
In particolare la risposta immunitaria al coronavirus è più marcata nei gatti che, rispetto ai cani, sono risultati anche più contagiosi. Nei cani, dalle analisi svolte dai ricercatori, non sono state trovate tracce di Sars-CoV-2 nelle vie respiratorie.
In entrambi i casi, quando il Covid è presente nei cani o nei gatti, non ci sono prove a indicare la trasmissione all’uomo del virus da parte di questi animali. Anzi, accade più frequentemente il contrario: sarebbe proprio l’uomo, secondo i ricercatori, a infettare gli amici a quattro zampe.
La dottoressa Angela Bosco-Lauth, una delle autrici dello studio, ha spiegato il motivo per cui finora non sono stati resi noti casi di gatti che hanno infettato gli esseri umani. La ragione, secondo l’esperta, è da ricercare nella sproporzione tra animali infettati ed esseri umani.
Un altro elemento da prendere in considerazione, infine, è la dinamica dell’infezione, che in condizioni normali non espone facilmente questi animali a rischi di contagio come invece è avvenuto per la ricerca in laboratorio.
Intanto, i cani si sono dimostrati validi alleati nel “fiutare” il coronavirus e il loro contributo è decisivo in alcuni aeroporti dove sono utilizzati per condurre dei “test rapidi”.