Cop26, 'apocalisse' clima. Draghi: "Perché il negoziato è difficile"
Cop26 di Glasgow: l'allarme sul clima e il punto del presidente del Consiglio Mario Draghi
Lunedì 1 novembre, a Glasgow, si è svolta la prima giornata della Cop26. Tutti d’accordo sul fatto che sul tema clima è necessario agire in fretta. Ma bastano poche ore per capire che la strada per raggiungere un accordo che consenta di azzerare le emissioni nel 2050 è in salita. Il leader cinese Xi Jinping manda un messaggio scritto al summit e in contemporanea il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin critica a testa bassa gli Usa, per l’inquinamento del passato sostenendo che “le emissioni storiche americane sono 8 volte quelle della Cina”. Ma è soprattutto il premier indiano Modì a gelare il forum.
Nel corso dell’apertura dell’evento è intervenuto Boris Johnson che ha paragonato l’emergenza climatica all’”ordigno dell’apocalisse” che 007 deve disinnescare: e ha fatto appello ai leader convenuti a Glasgow perché “disattivino la bomba del cambiamento climatico”. “La tragedia — ha dichiarato il premier britannico — è che questo non è un film e l’ordigno dell’apocalisse è reale. L’orologio sta ticchettando al ritmo furioso di centinaia di miliardi di pistoni e fornaci e motori con i quali pompiamo carbonio nell’aria sempre più velocemente”.
Cop26, il punto di Mario Draghi
“L’iniziativa della Cop26 è molto importante – ha detto il premier Mario Draghi in un punto stampa a margine della Cop26 -, traccia il percorso che dovremo intraprendere tutti insieme per dare risposta al problema che non possiamo risolvere da soli. Un singolo Paese non può rispondere a questi problemi e questa forse è la più importante iniziativa collettiva diretta a questo fine”.
“Prima si ignorava completamente il problema, ora c’è crescente consapevolezza” sul clima. “Quello che rende molto complicato il negoziato è che i Paesi hanno condizioni di partenza diverse tra loro”, ha aggiunto il presidente del Consiglio italiano.
“Nel G20 – ha proseguito l’ex numero uno della Bce – ci sono stati spostamenti delle posizioni precedentemente assunte” da Russia a Cina” verso “maggiore vicinanza al tema” clima. “Sul piano degli obiettivi, delle ambizioni, non ci sono molte differenze. Sulla velocità con cui affrontare le sfide ancora ci sono divergenze. Che sia stato per la prima volta accettato da tutti che i gradi necessari siano un grado e mezzo e non due è molto importante. Questo impegna questi Paesi ad azioni coerenti di fronte all’opinione pubblica. Non so come evolverà qui il negoziato, ma l’impressione è che ci sia disponibilità a parlare e fare passi avanti”.
E ancora: “Con la ripresa delle attività economiche, le emissioni sono tornate già oltre i livelli pre-Covid. Da questo Cop26 mi aspetto che costruisca sui risultati del G20 e vada più in là”.
“Ci sono comportamenti poco coerenti e questo indebolisce la posizione dei Paesi molto virtuosi. Non credo si ottenga molto sul clima indicando i Paesi colpevoli e i Paesi innocenti, perché i colpevoli sono moltissimi e gli innocenti sono pochissimi”, ha aggiunto Draghi, rispondendo a una domanda sull’India e sulla Russia.
“Non è che facendo pressione su Paesi” come l’India “che si ottengono risultati: occorre la pressione dell’opinione pubblica e degli attivisti del clima che non smettiamo mai di ringraziare. E poi l’India al G20 ha molto aiutato” ad esempio sull’obiettivo di metà secolo: “con la diplomazia dello scontro non si arriva a niente: deve essere basata sulla vicinanza nel perseguimento di un obiettivo comune, non sullo scontro. Le difficoltà geopolitiche non aiutano, bisogna essere capaci di superarle”.
“Il G20 è l’ultimo passo di un anno di lavoro in cui si sono ottenuti pienamente risultati straordinari come quello inseguito per anni e anni” sulla Global minimum tax. “Anche il collegamento tra finanza e salute, si crea una task force dentro l’organizzazione mondiale della sanità. Ci sono stati molti risultati”. C’è una quantificazione di quanto la Global tax può portare all’Italia? “Non lo so, se c’è non lo so. Io non la conosco, il ministro Franco certamente la conoscerebbe”.
I passi avanti ci saranno “in concreto, quando ci saranno delle iniziative di carattere tecnologico”, ha continuato Draghi rispondendo a una domanda su Cina e Russia. “Ora ragioniamo su una riduzione delle emissioni a tecnologie esistenti, ma c’è un campo immenso come sul Covid e sui vaccini in cui le tecnologie possono aiutare sulla transizione ecologica”.
E ancora: “Nel lungo periodo dobbiamo essere consapevoli che le energie rinnovabili possono avere dei limiti. La Commissione europea ci dice che potrebbero non essere sufficienti per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che ci siamo prefissati per il 2030 e il 2050. Quindi, dobbiamo iniziare a sviluppare alternative praticabili adesso, perché sarà possibile fruirne in pieno soltanto nel giro di alcuni anni. Nel frattempo, dobbiamo investire in tecnologie innovative per la cattura del carbonio”.
“Oggi abbiamo capito una cosa – ha spiegato il premier -: a prescindere dal fatto che si tratti di nuove tecnologie o programmi infrastrutturali per l’adattamento ai cambiamenti climatici, il denaro può non essere più un vincolo se portiamo dalla nostra parte il settore privato. Vorrei davvero invitare tutte le banche multilaterali di sviluppo e la Banca Mondiale ad impegnarsi seriamente nella condivisione dei rischi con il settore privato. Suggerisco di creare qui, durante questa COP26, una task force che predisponga un progetto in tal senso”.
Joe Biden: “Decennio decisivo sul clima”
“Faremo quello che è necessario o faremo soffrire le future generazioni? Questo è il decennio decisivo sul clima e la finestra si sta chiudendo rapidamente. Glasgow deve dare il calcio di inizio al cambiamento”. Così Joe Biden alla Cop 26 di Glasgow. “Nella lotta ai cambiamenti climatici nessuno può farcela da solo, agire è nell’interesse di tutti. Dobbiamo investire nell’energia pulita, ed è quello che faremo negli Usa, ridurremo le emissioni entro il 2030”.
Non è più “il tempo delle parole, ma il tempo dell’azione” per affrontare la minaccia dei cambiamenti climatici. Lo ha affermato la regina Elisabetta, 95 anni, rivolgendosi ai leader della Cop26 di Glasgow in un videomessaggio.