Contagi e vaccini, perché siamo al punto critico: l'allerta Oms
L'epidemiologa dell'Oms ha lanciato una nuova allerta sulla situazione della pandemia a livello globale: cosa è emerso
La pandemia di coronavirus si trova in una fase particolare, a detta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. A parlare è stata l’epidemiologa dell’Oms Maria Van Kerkhove, durante l’ultimo aggiornamento sulla situazione del Covid-19 a livello globale: “Siamo a un punto critico della pandemia”, ha detto.
“La traiettoria sta crescendo in modo esponenziale – ha aggiunto -. È la settima settimana” di seguito e sono stati “più di 4,4 milioni di casi la scorsa settimana. Un anno fa avevamo 500mila casi a settimana. Non è la situazione in cui volevamo essere 16 mesi dopo che abbiamo misure di controllo consolidate. È ora di realizzare cosa va fatto”.
La responsabile anti Covid dell’Oms ha invitato dunque i governi a “non allentare troppo presto” le misure, proprio mentre in Italia si discute di eventuali prime riaperture.
Anche Kate O’Brien, responsabile vaccini dell’Oms, ha invitato a non abbassare la guardia: “Abbiamo dato indicazioni ai vari Paesi su come usare le forniture di vaccini per immunizzare più persone possibile con l’aspettativa che scorte aggiuntive arriveranno per la seconda dose, ma vorrei enfatizzare il fatto che, mentre i vaccini vengono distribuiti, proprio questo è esattamente il momento in cui abbiamo bisogno di raddoppiare l’impegno sugli interventi non farmaceutici” e cioè le chiusure in grado di “ridurre la trasmissione”.
A preoccupare, ancora una volta, sono le “varianti che potrebbero sfuggire all’immunità indotta dal vaccino. Quindi – ha concluso O’Brien – tutti speriamo e desideriamo così tanto poter andare avanti con una vita più regolare man mano che le persone vengono vaccinate, ma in realtà è proprio il contrario: questo è il momento in cui dovremmo essere più diligenti che mai e assicurarci che non vengano allentate troppo presto le misure”.
L’esperta, infine, ha parlato anche dell’utilizzo di vaccini diversi fra prima e seconda dose: “Questi studi sono benvenuti” perché al momento “non ci sono dati su alcun regime ‘mix and match’, anche se sicuramente ci sono persone nel mondo che hanno avuto un prodotto diverso dal primo per la seconda dose. E sappiamo che in Gb stanno studiando questo”.