Confessa omicidio dopo 5 anni, poi ritratta: "Non sono stato io"
Dopo aver confessato di aver commesso un omicidio 5 anni prima, a distanza di sole 24 ore l'uomo ha ritrattato tutto
Nuovo colpo di scena nel caso di Damiano Torrente, l’uomo che, dopo 5 anni, ha confessato l’omicidio della sua amante romena, Ruxandra Vesco, scomparsa nel 2015, e ha fatto ritrovare un sacco con ossa umane in una scarpata di Monte Pellegrino a Palermo. Come riporta ‘Ansa’, il pescatore, in appena 24 ore, avrebbe già ritrattato: “Non sono stato io a ucciderla, quando ho confessato ero sotto l’effetto della droga“.
L’uomo, che ha raccontato il suo avvicinamento a Dio, il pentimento e la sofferenza confermata anche dal prete che ha raccolto, in confessionale, il suo racconto inducendolo a confessare, ha fatto così marcia indietro.
A riferire il colpo di scena è stato l’avvocato Alessandro Musso, che difende Torrente: “Ha raccontato anche che nel 2019 aveva già confessato una volta l’omicidio della donna e di tutti i suoi parenti alla Squadra Mobile ma la polizia fece indagini, non trovò il corpo della vittima dove indicato e trovò, invece, in vita i parenti che diceva di aver ucciso, così la vicenda fu archiviata in fase di indagini preliminari”.
Gli accertamenti scientifici dovranno adesso stabilire se i resti umani fatti trovare da Torrente appartengano a Ruxandra, la donna che l’indagato ha confessato di aver ucciso nell’ottobre 2015, quando la vittima aveva 33 anni.
Torrente aveva raccontato una storia molto dettagliata e ricca di particolari e con un movente.
Scarcerato nel marzo scorso, dopo l’arresto per stalking, Torrente è indagato per omicidio e occultamento di cadavere.