Colpo di scena alle elezioni Argentina 2023 con il ballottaggio Massa-Milei: quali sono i partiti in gioco
Il risultato del primo turno delle elezioni 2023 in Argentina: sarà ballottaggio tra Massa e Milei, perché è un vero e proprio colpo di scena
Sarà ballottaggio. Domenica 22 ottobre, in Argentina, 35 milioni di persone sono state chiamate alle urne per scegliere il nuovo presidente. La notizia è che servirà un secondo turno per decidere l’inquilino della Casa Rosada tra il progressista Sergio Massa (Jxp) e l’ultralibersita Javier Milei (Lla). E si tratta di un vero e proprio colpo di scena, visto che è stato ribaltato l’esito delle primarie.
- I risultati delle elezioni in Argentina
- Chi sono i due candidati al ballottaggio
- La preoccupazione dei mercati
I risultati delle elezioni in Argentina
Il primo turno ha visto vincere il leader del centrosinistra, Sergio Massa, con il 36,7%.
Alle sue spalle il favorito, l’anarco-capitalista Javier Milei, col 30%. Quindi più staccata l’altra principale candidata alla presidenza, la conservatrice Patricia Bullrich espressione della destra tradizionale, col 23,8%.
Argentini chiamati alle urne per scegliere il presidente
Emerge però un dato preoccupante: si tratta dell’affluenza alle urne più bassa negli ultimi 40 anni (74% degli aventi diritto).
Chi sono i due candidati al ballottaggio
Sergio Massa, che alle primarie (21,43%) aveva chiuso al terzo posto dietro Milei (29,86%) e Bullrich, è il volto del partito progressista al potere, Unione per la Patria.
Ministro dell’Economia nel Governo di Alberto Fernandez, era stato accusato di essere responsabile dell’inflazione incontrollata e della crisi economica.
Anche per questo motivo è una sorpresa vederlo al ballottaggio, addirittura in testa al primo turno.
Potrebbe però, spuntarla Javier Milei, deputato nazionale di La Libertad Avanza, ultraliberale e antisistema: economista, ha puntato la campagna a favore della dollarizzazione, contro l’intervento statale nell’economia e contro i diritti LGBTQIA+.
I voti della Bullrich, e quindi della destra, potrebbero andare a lui. La stessa Bullrich, dopo l’esito del primo turno, ha dichiarato che “non ci congratuleremo con uno dei ministri del peggior Governo che questo Paese abbia mai avuto – riferendosi a Massa -, l’Argentina deve abbandonare il populismo se vuole crescere e porre fine alla povertà”.
La preoccupazione dei mercati
Manca un mese al ballottaggio per scegliere il presidente dell’Argentina, e per i mercati non è una bella notizia, vista la grande incertezza che – quella sì – regna sovrana vista l’inflazione che strozza ormai da tempo il Paese: è al 140%, con un tasso di povertà al 40%.
E proprio su questo, forse, si concentrerà la campagna elettorale in vista del secondo turno: Massa promette che non ci sarà una nuova svalutazione del peso a breve, convinto di poter salvare il Paese puntando sullo sviluppo del settore energetico e delle materie prime come il litio, cancellando “il debito col Fondo monetario internazionale”, e di puntare sul multilateralismo, compreso l’ingresso nel Brics.
Milei, invece, vuole rompere i rapporti con la Cina, chiudere la Banca centrale e puntare sulla dollarizzazione del Paese, promuovendo poi la privatizzazione di sanità, scuole e trasporti, liberalizzando la vendita di armi e organi.
Anti-abortista, afferma che i cambiamenti climatici sono una “farsa della sinistra“.