Codacons ancora contro Chiara Ferragni mentre la procura lavora all'ipotesi di truffa: quanti esposti ha fatto
Il Codacons ha presentato 104 esposti contro il pandoro Balocco griffato Chiara Ferragni. Ecco come l'associazione ha accolto l'evoluzione delle indagini verso l'ipotesi di truffa aggravata
Chiara Ferragni è indagata per il caso del pandoro Balocco griffato. Il Codacons ha espresso la sua soddisfazione già prima che la notizia, che era nell’aria già da alcune ore, ricevesse la conferma ufficiale.
- Ferragni indagata, soddisfazione del Codacons
- Gli esposti del Codacos contro il pandoro di Chiara Ferragni
- Il Codacons invoca una legge sulla beneficenza
Ferragni indagata, soddisfazione del Codacons
Questa la nota diffusa dal Codacons poche ore prima che venisse confermata la notizia circa l’iscrizione di Chiara Ferragni nel registro degli indagati con l’accusa di truffa aggravata:
“Soddisfazione viene espressa oggi dal Codacons in merito alla notizia circa la possibile decisione della Procura di Milano di modificare le indagini sul caso del pandoro Ferragni-Balocco da frode in commercio in truffa“, viene scritto in una nota.
Carlo Rienzi, il presidente del Codacons.
“Era stata proprio l’associazione dei consumatori, da cui è scaturito tutto il caso del pandoro-gate, a portare la Procura di Milano, assieme a quella di Cuneo, Trento e Prato, ad aprire indagini sulla vicenda”.
Gli esposti del Codacos contro il pandoro di Chiara Ferragni
“Nel nostro esposto a 104 Procure, e considerati i gravi fatti contestati dall’Antitrust, ipotizzavamo proprio il più grave reato di truffa a danno dei consumatori, e pertanto non possiamo che approvare la scelta della magistratura di accogliere la nostra richiesta”, spiega il Codacons.
Nei suoi esposti, il Codacons aveva scritto che “appaiono presenti tutti i requisiti per sussumere i fatti contestati nel reato di truffa aggravata“.
“Nello specifico – aveva scritto l’associazione – la modalità di presentazione della campagna per la vendita del pandoro limited edition è risultata ingannevole ed aggressiva, in spregio ai consumatori, i quali sarebbero stati sensibilmente influenzati nella loro capacità decisionale, soprattutto alla luce della destinazione dei ricavati ai bambini gravemente malati…”
Il Codacons parlava poi di “un indebito condizionamento nei confronti dei soggetti ‘donanti'”, fatto che l’associazione ha considerato “particolarmente insidioso data la finalità con cui i consumatori si sono rivolti a questa campagna […] ovvero quella di effettuare versamenti in beneficenza, che comporta una maggiore propensione a disporre delle proprie risorse finanziarie”.
Il Codacons riteneva in conclusione che ci fossero “elementi sufficienti per valutare una estensione delle indagini a tutte le iniziative di beneficenza avviate negli ultimi anni dai Ferragnez, a partire dal caso delle bambole Trudi”.
E negli ultimi giorni è stata diffusa la notizia di un’indagine della Guardia di Finanza proprio sulla bambola Trudi dedicata a Chiara Ferragni.
Ma un accertamento è in corso anche sull’uovo di Pasqua griffato Ferragni.
Il Codacons invoca una legge sulla beneficenza
Ma non è tutto: l’associazione chiede inoltre che vengano “bloccate tutte le attività solidali di influencer famosi in attesa di una normativa che disciplini in modo più trasparente il settore” al fine di “evitare che la beneficenza si trasformi in attività commerciale a discapito dei cittadini”.
E la normativa è stata annunciata dalla premier Giorgia Meloni in persona durante la conferenza stampa del 4 gennaio.
“Ho chiesto una informativa sul tema e ho scoperto che sulla beneficenza non esistono obblighi di trasparenza”, ha detto la presidente del Consiglio.
“È necessario quindi preparare una banale legge che dica che se dichiari di fare beneficenza devi anche dire quanto, a chi, quando e così via”, ha chiarito Giorgia Meloni.