Beirut, il sabato dell'ira: caos e feriti, assalto al ministero
Caos durante la manifestazione a Beirut. Si contano almeno 110 feriti a causa dei tafferugli innescatisi con la polizia nella capitale del Libano
Migliaia di cittadini libanesi sono scesi in strada oggi a Beirut per protestare e commemorare i morti delle funeste esplosioni che hanno investito la zona del porto della capitale nella giornata di martedì. “L’idea di una cerimonia funebre di massa non si può realizzare a causa di problemi logistici ma ci sarà una grande marcia di protesta contro la classe dirigente”, hanno dichiarato gli organizzatori prima dell’evento, aggiungendo: “La marcia sarà come un gigantesco funerale e chiediamo a tutti i partecipanti di vestire di nero”.
Prima che iniziasse la manifestazione vera e propria, nella piazza sono state portate delle forche da cui si sono potuti osservare numerosi capestri. Un’iniziativa forte, testimonianza ‘plastica’ del profondo malumore della popolazione nei confronti della classe dirigente.
Malumore che poco dopo ha fatto scaturire il caos, come riporta l’Ansa: gruppi di giovani hanno scagliato delle pietre contro gli agenti di sicurezza. Vicino al palazzo del Parlamento, di tutta risposta, la polizia in assetto antisommossa ha sparato i lacrimogeni contro quanti lanciavano oggetti e tentavano di superare le barriere per raggiungere l’edificio.
I manifestanti, che tra le altre cose hanno appiccato il fuoco a un camion che era stato messo in strada per rafforzare le barriere, una volta respinti dalla zona del Parlamento, si sono diretti al palazzo sede del ministero degli Esteri, facendo irruzione. Qui hanno rimosso e distrutto la foto del presidente della Repubblica Michel Aoun. Il tutto ripreso dalle telecamere della tv libanese al Jadid .
L’esercito libanese ha sgomberato in serata la sede del ministero degli Esteri, secondo quanto riferito da corrispondenti dell’Afp.
I tafferugli tra la polizia e i manifestanti hanno fatto registrare fino ad ora almeno 238 feriti.
Beirut, il bilancio dopo l’esplosione
Delle oltre 5mila persone ferite, 120 sono in condizioni gravi e il bilancio potrebbe aggravarsi. E si contano ancora 60 dispersi. “Lavoriamo giorno e notte per trovare i dispersi ma le speranze sono appese a un filo”, afferma il generale Jean Nohra, a capo delle operazioni di soccorso dell’esercito libanese.
Secondo il ministero della sanità libanese, delle 154 vittime 25 non sono state ancora identificate.