Annullata l'ordinanza di custodia cautelare per Alfredo Cospito dal tribunale del Riesame di Perugia
Il Tribunale del Riesame di Perugia ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare per Alfredo Cospito: resterà però in carcere. Cosa significa
È stata annullata l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Alfredo Cospito e altri indagati: per il Tribunale del Riesame di Perugia, mancano indizi di colpevolezza nei loro confronti. Non cambia nulla però per l’anarchico condannato al 41 bis: la decisione si riferisce ad un procedimento relativo ad alcuni articoli pubblicati su una rivista.
- Alfredo Cospito, il Tribunale annulla l'ordinanza
- Cospito resta comunque in carcere al 41 bis
- Lo sciopero della fame in carcere
Alfredo Cospito, il Tribunale annulla l’ordinanza
Il Tribunale del riesame di Perugia ha accolto la richiesta di annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Alfredo Cospito e di altri cinque indagati. I reati contestati, a vario titolo, sono quelli di istigazione a delinquere anche aggravata dalle finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico.
Non è ancora possibile conoscere i motivi dietro alla decisione del Riesame sull’ordinanza, risalente al novembre del 2021. Le motivazioni, infatti, saranno depositate entro 45 giorni. Nessuno degli altri indagati, si apprende da Ansa, aveva però misure cautelari in essere per il procedimento.
Alfredo Cospito a ottobre 2013 e in una recente foto durante lo sciopero della fame
La richiesta di annullamento era già stata accolta una prima volta per via della mancanza di gravi indizi di colpevolezza relativi al fatto contestato: Cospito e gli altri sono indagati per una serie di articoli pubblicati sulla rivista Vetriolo.
Cospito resta comunque in carcere al 41 bis
Negli articoli in questione, stando a quanto emerso dall’indagine Cospito aveva invitato a “colpire, colpire e ancora colpire…dell’anarchia vendicatrice, non rinunciare allo scontro violento con il sistema, alla lotta armata, costi quello che costi”.
Il gup aveva disposto la custodia cautelare ritenendolo al vertice di un presunto gruppo anarchico-insurrezionalista con base nello spoletino, provvedimento poi annullato dal Riesame sia per Cospito che per gli altri indagati.
Per il 55enne non cambia però nulla: resterà in carcere in regime di 41 bis per la condanna a 20 anni di reclusione per il reato di strage, a cui si aggiunge l’aggravante di aver partecipato nel 2012 all’attentato compiuto nei confronti di Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, ferito gravemente alle gambe.
Lo sciopero della fame in carcere
Oltre alla questione giudiziaria, continua a tenere banco lo sciopero della fame di Alfredo Cospito. Due settimane fa l’anarchico è tornato in carcere dopo due settimane di ricovero all’ospedale San Paolo di Milano.
Le sue condizioni erano peggiorate al punto da rendere necessario il ricovero per le sue condizioni di salute, molto peggiorate secondo il suo legale. “Alfredo continua a perdere peso, è a 67,9 kg, e le condizioni di nutrizione stanno peggiorando” ha dichiarato.
Cospito è stato condannato per l’attentato senza vittime alla caserma dei carabinieri di Fossano del 2 giugno 2006. Il suo caso ha acceso polemiche politiche e suscitato proteste degli anarchici in molti Paesi in Europa. Il Governo, tuttavia, ha più volte negato la possibilità di cambiare le sue condizioni. La Cassazione, inoltre, ha negato il rinvio dell’ergastolo ostativo alla Consulta.