Ameba mangia cervello per colpa dei lavaggi nasali: allarme lanciato dalla Siaip. I rischi e come comportarsi
L'allarme lanciato dalla Siaip sui lavaggi nasali e il rischio che l'ameba mangia cervello entri nel corpo umano attraverso le narici: cosa sapere
Ameba mangia cervello per colpa di lavaggi nasali non eseguiti nella maniera corretta: il rischio, potenzialmente fatale, esisterebbe. A confermarlo sono stati gli esperti della Società italiana di allergologia e immunologia pediatrica (Siaip), riuniti in congresso nella città di Genova.
- L'allarme lanciato sull'ameba mangia cervello per lavaggi nasali sbagliati
- Ameba mangia cervello e lavaggi nasali: la spiegazione dell'esperto
- Pam: sintomi e rischi
L’allarme lanciato sull’ameba mangia cervello per lavaggi nasali sbagliati
“Per i lavaggi nasali dei bambini usare solo acqua sicura, bollita o trattata“, così da scongiurare il pericolo di incorrere in una meningoencefalite da Naegleria fowleri. Sono le parole, riportate dall’agenzia ‘Adnkronos’, dei medici, alla luce di uno studio condotto da specialisti dell’università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’ di Napoli e coordinato dal presidente Siaip, Michele Miraglia del Giudice.
La Siaip ha tenuto a precisare che casi in Italia non sono stati ancora registrati, ma nella maggior parte dei Paesi del mondo sì. Anche in Europa: dal Belgio alla Repubblica Ceca, dalla Francia al Regno Unito.
Una bambina alle prese con i lavaggi nasali.
Ameba mangia cervello e lavaggi nasali: la spiegazione dell’esperto
Michele Miraglia del Giudice, in alcune dichiarazioni riportate da ‘Adnkronos’, ha spiegato che “la Naegleria fowleri è un’ameba libera termofila che può causare la meningoencefalite amebica primaria (Pam), una condizione rara, ma con esito quasi universalmente fatale”.
“Questo microorganismo”, ha spiegato ancora il presidente Siaip, “entra nel corpo umano attraverso le narici, tipicamente durante attività che implicano l’immersione della testa in acqua contaminata o i lavaggi nasali con acqua di rubinetto non adeguatamente clorata, e migra al cervello causando gravi danni”.
L’esperto ha spiegato che la ricerca ha rilevato “un aumento del rischio associato all’uso di acqua di rubinetto non trattata o insufficientemente trattata per i lavaggi nasali. Naegleria fowleri può sopravvivere e moltiplicarsi in sistemi idrici domestici, evidenziando l’importanza di utilizzare acqua sicura – come acqua distillata, sterilizzata o filtrata – per prevenire la Pam”.
Miraglia del Giudice ha avvertito che la ricerca sottolinea “l’importanza di adottare misure preventive come l’uso di acqua sterilizzata, bollita o filtrata per i lavaggi nasali. La clorazione dell’acqua è essenziale, ma non sempre sufficiente per eliminare l’ameba, implicando la necessità di mantenere adeguati livelli di cloro residuo nelle reti idriche. La manutenzione e la pulizia dei serbatoi d’acqua domestici sono cruciali per prevenire la crescita di Naegleria fowleri”.
Pam: sintomi e rischi
Cristiana Indolfi, segretaria Siaip e pediatra allergologa dell’Aou, ha sottolineato che “i casi di Pam, sebbene rari, sono quasi sempre letali, con un tasso di mortalità superiore al 95%. La malattia progredisce rapidamente, portando al coma e alla morte entro pochi giorni dall’insorgenza dei sintomi, rendendo essenziali la prevenzione e l’intervento medico immediato”.
Indolfi ha aggiunto: “Abbiamo esplorato le pericolose conseguenze dell’uso di acqua non trattata per i lavaggi nasali, enfatizzando la necessità di selezionare accuratamente l’acqua per prevenire la Pam, una condizione estremamente rara, ma fatale. La trasmissione di Naegleria fowleri avviene quando l’acqua contaminata entra nel corpo umano attraverso le cavità nasali, facilitando l’accesso dell’ameba al cervello attraverso il nervo olfattivo”.
A proposito dei sintomi della Pam, la specialista ha spiegato: “Si sviluppano rapidamente e comprendono mal di testa severo, febbre, nausea, e in molti casi progrediscono rapidamente verso il coma e la morte. La prevenzione e il rapido intervento medico diventano quindi cruciali per la sopravvivenza”.