A Palermo una badante avrebbe rubato l'eredità al figlio disabile di un noto imprenditore: truffa da 2 milioni
Una badante avrebbe rubato l'eredità al figlio disabile di un noto imprenditore: l'importo supera i 2 milioni di euro. Il caso nella città di Palermo
Nella città di Palermo una badante avrebbe rubato la ricca eredità al figlio disabile di un noto imprenditore. L’importo ammonta a circa 2 milioni di euro.
- Condannata badante a Palermo: cosa è successo
- Le indagini sulla badante e l'eredità
- Gli accertamenti bancari sull'eredità
Condannata badante a Palermo: cosa è successo
Come riportato da Lapresse, i finanzieri del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito un provvedimento di confisca del valore di oltre 2 milioni di euro nei confronti di una badante condannata per autoriciclaggio e ritenuta responsabile di circonvenzione di incapace, reato provato in giudizio ma per il quale è stata prosciolta per intervenuta prescrizione.
Il provvedimento è stato emesso dalla Procura generale presso la Corte d’Appello di Palermo.
Il provvedimento di confisca è stato eseguito dai finanzieri del Comando provinciale di Palermo.
Le indagini sulla badante e l’eredità
Le indagini sono state eseguite dalla Compagnia di Bagheria tra il 2015 e il 2018.
La vittima è il figlio disabile ed erede universale di un benestante imprenditore italo-americano. La badante, originaria di Misilmeri, in provincia di Palermo, era stata assunta come assistente del ricco imprenditore di origine siciliana, titolare di un’importante catena di lavanderie negli Usa e rientrato in Italia per trascorrere gli ultimi anni di vita col figlio, affetto da una grave patologia.
L’imprenditore, nel testamento, aveva incaricato la donna di occuparsi del figlio per tutta la vita, lasciandole in cambio in eredità 31 cespiti immobiliari tra terreni e appartamenti nell’entroterra palermitano (per alcuni era stato disposto l’usufrutto al figlio finché fosse rimasto in vita). Al figlio erano state lasciate in eredità anche rilevanti polizze per un valore superiore ai 2 milioni di euro.
Gli accertamenti sono scattati dopo le denunce del perito del Tribunale, incaricato di valutare la capacità del figlio. Il perito del Tribunale ha accertato come il tutelato non fosse capace di esprimersi correttamente, né di attribuire valore al denaro e alle cose di cui si serviva. Dopo la perdita del padre, inoltre, avrebbe sviluppato un’attrazione affettiva nei confronti della badante, verso la quale sarebbe in stato di sudditanza.
Appreso delle indagini, la donna avrebbe cercato di far istruire il figlio dell’imprenditore, allo scopo di far apparire le sue donazioni frutto di scelte coscienti e volontarie.
Gli accertamenti bancari sull’eredità
Gli accertamenti bancari dopo la morte dell’imprenditore hanno permesso di ricostruire il modo in cui la badante avrebbe fatto smobilitare al giovane l’intero importo delle polizze per trasferirlo sui propri conti correnti.
Successivamente, con l’aiuto di uno dei figli conviventi, avrebbe reimpiegato le somme sui conti di una società ungherese costituita ad hoc, della quale era socia unica. Da lì, sono stati compiuti ulteriori trasferimenti, anche verso Paesi extracomunitari, che hanno reso complicato il rintracciamento.
Anche per questo è stata disposta la confisca per equivalente dei profitti del reato.