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37 arresti per traffici di droga e armi a Lecce, blitz antimafia: anche una penna biro trasformata in pistola

I carabinieri del comando di Lecce hanno eseguito una maxi operazione antimafia nel Salento contro 37 indagati, con il sequestro di droga e armi

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Avrebbero messo in atto 26 episodi incendiari e dinamitardi contro diverse imprese del Salento per diffondere un clima intimidatorio diretto a effettuare e estorsioni e gestire traffico di stupefacenti sul territorio. I carabinieri del comando di Lecce, con il coordinamento della Dda locale, hanno arrestato 37 persone (28 in carcere e 9 agli arresti domiciliari) nell’ambito di un’operazione antimafia nel capoluogo salentino e nella provincia. Tra gli ordigni impiegati per compiere gli atti minatori anche una penna biro modificata per essere utilizzata come vera e propria arma da fuoco.

L’operazione

Il blitz è scattato all’alba di lunedì 6 novembre nei Comuni di Lecce, Carmiano, Veglie, Leverano, Porto Cesareo, Novoli e Monteroni di Lecce, effettuato dai militari dell’Arma del comando Provinciale, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, del Nucleo Cinofili di Bari e del Nucleo Elicotteri di Bari-Palese.

I carabinieri hanno dato esecuzione di di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso Tribunale di Lecce, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 37 persone, indagate a vario titolo, per associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e da guerra nonché ordigni ad alto potenziale esplosivo, estorsione, numerosi danneggiamenti a seguito di incendio, tutti aggravati dal metodo mafioso.

37 arresti per traffici di droga e armi a Lecce, blitz antimafia: anche una penna biro trasformata in pistolaFonte foto: ANSA

Unità cinofile al lavoro durante la maxi operazione antimafia nel Salento

L’indagine

Dall’indagine, condotta da dicembre 2020 fino giugno 2023 dai Carabinieri della Compagnia di Campi Salentina e coordinata dalla Dda di Lecce, è stato possibile scoperchiare il presunto vertice della “consorteria mafiosa” che, nonostante fosse in regime restrittivo degli arresti domiciliari, controllava il territorio tramite dinamitardi ed incendiari ai fini estorsivi oltre a gestire il traffico di sostanze stupefacenti per mezzo di un’articolata e strutturata associazione criminale.

Il lavoro degli inquirenti ha consentito di definire l’organigramma del sodalizio, il perimetro geografico di influenza, le attività illecite svolte, il ruolo dei sodali, le dinamiche interne ed esterne e, in generale, di delineare tutti i connotati tipici delle associazioni mafiose

Il solido quadro indiziario tracciato dagli investigatori ha permesso di ricostruire 26 episodi incendiari e dinamitardi nei confronti di esercizi commerciali, autovetture, cantieri, aziende agricole ed immobili, oltre a danneggiamenti contro abitazioni con colpi d’arma da fuoco e l’esplosione di ordigni artigianali “ad alto potenziale micidiale” all’esterno di alcune strutture ricettive.

Le estorsioni commesse contro alcuni imprenditori locali sono state collegate, in una circostanza, con l’incendio di ben 5 mezzi in danno di una società salentina specializzata nel settore pubblicitario, mentre nel caso di una ditta edile sono stati bruciati diversi escavatori con danni per centinaia di migliaia di euro.

I sequestri

Le indagini hanno portato a 20 arresti in flagranza di reato, 25 segnalazioni alla Prefettura di Lecce, per uso personale di sostanza stupefacente, e al sequestro di oltre 30 chili di marijuana, 2 di cocaina, 1.5 di hashish e di una coltivazione illegale di cannabis indica, costituita da circa 800 piante, che è stata individuata nell’area rurale di Novoli.

Nel corso dell’operazione sono state requisiti 20mila euro, frutto probabilmente dei guadagni delle attività criminali, oltre a armi clandestine e fucili, tra le quali anche una penna biro modificata con un meccanismo tale da renderla pari ad un’arma comune da sparo.

A fine ottobre un’operazione ad “alto impatto” ha visto impegnati 200 uomini in un blitz a Napoli che ha permesso il sequestro di grandi quantità di marijuana.

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