14enne violentata dall'istruttore di nuoto a Roma, la madre della ragazza: "Lui disse che lei lo provocava"
La ragazza era stata violentata dal suo istruttore di nuoto mentre si trovava al Foro Italico di Roma per i Campionati italiani. L'uomo è stato rinviato a giudizio
Violentata dal suo istruttore di nuoto dopo essere stata spinta in una stanza. La vicenda risalirebbe al 2021 e riguarderebbe una ragazza che all’epoca aveva 14 anni: la vittima, originaria di Udine ma che in quei giorni era a Roma per partecipare ai Campionati italiani di nuoto al Foro Italico, avrebbe subito violenze sessuali dall’allenatore 28enne (O.R.). Il pubblico ministero ha chiesto pochi giorni fa il rinvio a giudizio per l’uomo.
- 14enne violentata dall'istruttore di nuoto a Roma: le parole della madre
- Lo psicologo e le indagini
- Le parole dell'allenatore
14enne violentata dall’istruttore di nuoto a Roma: le parole della madre
“Per noi è stato un doppio dolore“, ha raccontato la madre della 14enne in un’intervista rilasciata al Messaggero. “Accorgerci che quella persona di cui avevamo fiducia e a cui volevamo bene, si era approfittato di nostra figlia“.
Al giornale romano, la donna ha spiegato cosa accadde in quei giorni: “Erano partiti per Roma per i Campionati italiani di nuoto, siamo partiti anche noi ma non potevamo assistere alla gara causa Covid. La vedemmo in streaming”.
Una piscina olimpica
“Mia figlia vince – continua il genitore -, tant’è vero che quando siamo andati a prenderla in albergo ci è sembrato strano che nella hall ci fosse solo lei e la sua amica”.
Nella hall, infatti, non c’era ombra del coach: “Ci aspettavamo di trovarlo lì, a festeggiare”.
Lo psicologo e le indagini
Dopo l’episodio, i genitori si rendono conto che qualcosa non va. “Passa del tempo, mia figlia inizia le superiori ma salta il nuoto, alcune mattine non entrava a scuola. Anche quand’eravamo a tavola e capitava di parlare dell’allenatore, vedevo il fastidio sul suo volto. Non era più come prima. Sembrava infastidita da tutto quello che era regola”, racconta sempre la madre.
È a questo punto che i familiari decidono di portare la ragazza alla Asl, per un supporto psicologico: durante il colloquio con la terapeuta, emerge la verità.
Le parole dell’allenatore
A distanza di diversi mesi dall’inizio delle indagini, si è arrivati ora alla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dell’allenatore.
Sempre al Messaggero, la madre ha spiegato di aver anche affrontato l’uomo faccia a faccia.
“Erano a delle gare a Riccione – racconta – e andai a parlarci anche per dargli una possibilità, ma quando lui mi disse “cosa dovevo fare? Sempre lì che mi provoca” io ho percepito che sì, non erano bugie. Le indagini sono andate avanti, fino all’incidente probatorio e a quanto richiesto da ultimo dal pm”.