Variante Omicron, Franco Locatelli: il punto sulla contagiosità. Zangrillo tuona: "Innamorati del Covid"
Franco Locatelli fa il punto sulla diffusione della variante Omicron, Zangrillo se la prende con gli scienziati e i giornalisti
La variante Omicron può essere 5 volte più contagiosa della Delta. Lo ha detto Franco Locatelli, coordinatore del Cts, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto dove sono contenute le nuove restrizioni per arginare la diffusione del Covid.
Omicron, ha sottolineato Locatelli, “ha dei tempi di incubazione, di raddoppio del numero dei soggetti che vengono a essere infettati, quindi una contagiosità marcatamente superiore rispetto alla Delta. Secondo alcuni studi, addirittura, avrebbe una contagiosità di 5 volte superiore rispetto alla Delta”.
“Dobbiamo quindi proteggerci – ha proseguito l’esperto – anche perché abbiamo sia gli strumenti, i vaccini, sia le evidenze che ci indicano chiaramente che i vaccini ci proteggono dal rischio di sviluppare una malattia grave. La dose booster incrementa l’efficacia vaccinale, quindi la protezione, del 93% rispetto alla malattia grave e del 75% rispetto al rischio di contagiarsi”.
Locatelli ha inoltre ricordato che se “si fa un paragone rispetto allo stesso giorno dello scorso anno, pur a fronte di un terzo del numero dei contagi che c’era, il numero delle persone decedute era superiore di 3 volte abbondantemente rispetto a quello delle persone che ancora perdono la vita”.
Il medico ha quindi evidenziato che i dati meno drammatici relativi alle terapie intensive e ai morti rispetto a dodici mesi fa sono da ricondurre alla campagna vaccinale.
“Anche rispetto alla variante Omicron – ha aggiunto -, nel Regno Unito abbiamo indicazioni molto chiare che la dose booster è in grado di conferire protezione. Dobbiamo imparare a valorizzare soprattutto la protezione rispetto al rischio di sviluppare malattia grave, proprio perché immunologicamente i vaccini stimolano soprattutto lo sviluppo di popolazioni di memoria della nostra immunità adattativa”.
E ancora: “Oggi già 16,5 milioni di nostri connazionali hanno ricevuto la dose di richiamo. Il 70% degli ultra ottantenni ha ricevuto la dose booster: rispettivamente il 53%, 43%, 33% nelle fasce 70/79, 60/69, 50/59. Gli italiani hanno capito l’importanza della dose booster”.
Locatelli: “Anticorpi monoclonali danno protezione marcatamente ridotta rispetto al vaccino”
Locatelli a inoltre invitato a non illudersi sul fatto che determinate strategie terapeutiche “come gli anticorpi monoclonali possano dare protezione rispetto alla variante Omicron: la loro efficacia è marcatamente ridotta. Ecco perché è così importante insistere sul discorso di proporre in maniera incisiva sia ovviamente il ciclo di vaccinazione primaria per la quota residuale di persone che ancora non ha deciso di sottoporsi alla immunizzazione protettiva nei loro confronti sia per quanto riguarda l’adesione alla dose booster”.
C’è qualcuno che dice che ci sia l’ipotesi che Omicron sia meno aggressiva se paragonata alla Delta. L’esperto osserva la vicenda da un altro punto di vista: “Anche il ragionamento che ogni tanto si sente che questa variante Omicron sarebbe connotata da minore capacità di indurre patologia grave è a mio parere attribuibile a quella protezione conferita dai vaccini, alle popolazioni di memoria del nostro sistema immunitario”.
Un’immagine di Franco Locatelli
“Ribadisco ancora una volta l’importanza della vaccinazione e rivolgo un appello accorato perché la quota di soggetti che si sottopongono al ciclo di vaccinazione primario e alla dose di richiamo sia sempre più elevata”, ha concluso.
Zangrillo: “Scienziati e i giornalisti innamorati del covid 19
Il professor Alberto Zangrillo, attraverso un tweet, ha tuonato contro “gli scienziati e i giornalisti innamorati del Covid 19”. Il primario del reparto Anestesia e rianimazione del San Raffaele di Milano non è la prima volta che si avventura in determinate critiche.
“Quando il Paese sarà irrimediabilmente distrutto ne chiederemo ragione agli ‘scienziati’ e ai ‘giornalisti innamorati del covid 19′”, ha twittato Zangrillo, con l’hashtag #paranoia.