"Uccise la sorella che tradiva il marito", arrestato dopo 26 anni
Il figlio di un boss mafioso attivo nel Catanese è stato arrestato con l'accusa di aver ucciso la sorella nel 1995
Alessandro Alleruzzo, 47 anni, figlio di Giuseppe, boss defunto di un clan mafioso catanese, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di aver ucciso nel 1995 la sorella Nunzia. Come riporta l’Ansa, il motivo dell’omicidio sarebbe riconducibile al tradimento della donna nei confronti del marito, che aveva delle relazioni extraconiugali con altri esponenti del suo clan e di un clan rivale.
Della donna si sono perse le tracce il 30 maggio del 1995, quando il figlio di 5 anni la vide uscire di casa per l’ultima volta in compagnia dello zio Alessandro, fratello della vittima. Stando alla testimonianza di un pentito, Alleruzzo avrebbe confidato di “aver ucciso la propria sorella per riscattare l’onore della famiglia“.
Giuseppe Alleruzzo, padre della donna defunta e del presunto killer, fu un boss attivo negli anni ’70 e ’80 alla guida del gruppo di Paternò di Cosa nostra. Dopo la perdita della moglie e del figlio, il boss decise di collaborare con la giustizia. Alleruzzo è morto nel 2019 nella sua casa di Paternò, dove era agli arresti domiciliari dal 2012, a seguito di una malattia.
Nel 1998, dopo due telefonate anonime, i militari del Nucleo operativo della compagnia di Paternò rinvennero in un pozzo i resti di una donna, tra cui un teschio con due fori provocati da un’arma da fuoco: si trattava del corpo di Nunzia Alleruzzo.
Secondo le testimonianze di tre “pentiti”, riportate dall’Ansa, la donna sarebbe stata uccisa dal fratello Alessandro perché “aveva avuto numerose relazioni sentimentali con componenti del clan, abbandonando il marito”. Uno dei testimoni ha dichiarato che lo stesso Alessandro gli avrebbe raccontato personalmente di “avere ucciso la sorella, sporcandosi di sangue e terra per averla dovuta trascinare, per riscattare l’onore della famiglia”.