Taglio parlamentari, politologa Urbinati sul "paradosso" del M5s
La politologa Nadia Urbinati ha detto la sua sul taglio dei parlamentari, sottolineando l'aspetto paradossale della riforma voluta dal M5s
Nadia Urbinati, docente di scienze politiche alla Columbia University di New York, ha detto la sua in merito al referendum sul taglio dei parlamentari che avrà luogo il 20 e il 21 settembre 2020. In un’intervista di TPI, la politologa ha affermato: “Se diminuisce il numero dei seggi ci sarà la formazione di un gruppo che ha un privilegio superiore, una oligarchia. Ed è paradossale che a volerlo siano proprio i Cinque Stelle, cioè la forza anti-sistema per eccellenza”.
Taglio parlamentari, la previsione sugli esiti e la tenuta del governo
La studiosa ha quindi fatto una previsione sui possibili esiti e la tenuta del governo: “Se al referendum vince il sì ci saranno le lotte intestine, se vince il no un rimpasto di governo. Ma questo Parlamento reggerà fino alla fine del mandato. Il problema dei problemi nelle democrazie rappresentative è la debolezza dei partiti. È su questo, forse, che bisognerebbe intervenire”.
In cosa consiste la riforma sul taglio dei parlamentari
In concomitanza con le elezioni per la giunta in sette Regioni d’Italia, i cittadini saranno chiamati a esprimersi sulla riduzione dei parlamentari da 945 a 600, suddivisi tra 400 deputati e 200 senatori. La riforma è voluta in particolar modo dal Movimento 5 Stelle, secondo il quale il risparmio per le casse dello Stato sarebbe di 500 milioni di euro l’anno, mentre per l’Osservatorio Conti Pubblici di Carlo Cottarelli sarebbe di appena 60 milioni.
Il parere della politologa Nadia Urbinati
Per Nadia Urbinati, il numero di parlamentari in Italia non rappresenta un aspetto davvero rilevante. La politologa ha infatti sottolineato: “Il problema non è tanto la quantità – o meglio, c’entra anche quella, ma non solo -. La questione è prima di tutto istituzionale: bisogna vedere come sono organizzati gli altri Paesi”.
Urbinati si è poi soffermata sul tema del risparmio: “Le democrazie costano. Al tempo di Pericle lo Stato pagava i cittadini l’equivalente di un giorno di lavoro perché partecipassero. Se vogliamo un governo che costa poco a noi tutti, allora quello è il governo degli oligarchi. I cittadini devono essere retribuiti quando fanno il loro servizio per la Repubblica. Il problema, semmai, è quanto sono retribuiti. Questo è un problema più serio. Ma non credo che il taglio dei parlamentari ne sia la soluzione”.
E la politologa ha quindi sottolineato l’aspetto paradossale del provvedimento voluto dai 5 Stelle, ovvero che “coloro che si ponevano come anti-casta ponevano di fatto le condizioni per una nuova casta. Dovevano dare la spallata a chi deteneva il potere prima di loro e l’hanno fatto: a questo punto chiudono le paratie e stabiliscono che sono loro a stare lì, per un tempo molto lungo. Questo ha il sapore di una oligarchia”.