Suicidio assistito, 43enne tetraplegico potrà morire: "Ce l'ho fatta". Le parole di Mario
Rimasto paralizzato in seguito a un incidente nel 2010, Mario potrà accedere al suicidio assistito in Italia: cosa ha detto
Ha fatto discutere il caso di Mario, 43enne tetraplegico marchigiano che da oltre un anno sta tentando di far valere il proprio diritto di accedere al suicidio assistito. Adesso, dopo una battaglia legale, potrà morire: “Ce l’ho fatta, posso disporre della mia vita, finalmente”, ha detto in un’intervista.
Suicidio assistito, come morirà il 43enne tetraplegico
Mario è riuscito a far valere il suo diritto al suicidio medicalmente assistito e il farmaco corretto, secondo l’Azienda sanitaria delle Marche, “è il Tiopentone Sodico.
Si tratta di un farmaco noto per “garantire una morte rapida (minuti) e indolore a un dosaggio non inferiore a 3-5 grammi per una persona adulta del peso di 70 kg. La modalità di somministrazione è quella dell’auto-somministrazione mediante infusione endovenosa”.
Suicidio assistito, le parole di Mario
L’uomo che ha ottenuto il diritto all’assistenza nel fine vita ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere della Sera: “Ora non c’è più nessuna virgola fuori posto, ho avuto quello che aspettavo e non so nemmeno spiegare quanto ne sono felice. Ce l’ho fatta, anzi: ce l’abbiamo io e tutti quelli che hanno lottato assieme a me. Posso disporre della mia vita, finalmente”.
“So che me ne potrò andare quando vorrò in modo dignitoso per me e per la mia famiglia e questo mi rasserena e mi emoziona”, ha spiegato.
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Il caso di Mario: l’incidente e la battaglia legale
Nel 2010 un incidente stradale lo rese immobile ma gli lasciò la parola, la vista e le capacità cognitive. Così, nel 2015 suo padre gli chiese che intenzioni avesse per il futuro e Mario rispose: “Finché riesco vado avanti, poi faccio di tutto per avere il suicidio assistito in Italia, e se non ci riesco vado in Svizzera”.
In seguito, dal 2020 ha iniziato la sua battaglia legale al fianco dell’Associazione Coscioni in attesa di giudici, commissioni, Asl, team medici e comitato etico.
Ieri, alla fine, la scoperta: Mario potrà morire in Italia senza dover andare in Svizzera: “Ho vissuto momenti difficili di sofferenza, abbiamo dovuto superare ostacoli continui ma ora è finita, finalmente”.