Sequestrato il telefono di Leonardo La Russa ma non la sim: la mossa della procura di Milano
Gli inquirenti effettueranno l'analisi del dispositivo attraverso parole chiave mirate per ricostruire eventuali interazioni dalla sera del 18 maggio scorso
La procura di Milano ha sequestrato il cellulare di Leonardo Apache La Russa, terzogenito di Ignazio: il decreto di sequestro riguarda il cellulare, ma non la sim intestata al padre, presidente del Senato e in quanto tale coperto da immunità parlamentare. I magistrati avrebbero però deciso di procedere comunque con l’analisi delle informazioni che si possono ricavare dal dispositivo, alla ricerca di indizi utili all’indagine per violenza sessuale nei confronti del 19enne dopo la denuncia di un’ex compagna di liceo.
Il sequestro
Secondo quanto appreso da ‘Repubblica’ da fonti investigative, la ricerca all’interno del telefonino sarà fatta dalla polizia giudiziaria attraverso parole chiave mirate per cercare di ricostruire le eventuali interazioni a partire dalla sera del 18 maggio scorso, quando sarebbe avvenuta stata la presunta violenza.
Ignazio La Russa con il figlio Leonardo
Negli ultimi giorni la procura di Milano avrebbe preso in considerazione la possibilità di fare richiesta di sequestro del cellulare alla Giunta per l’autorizzazione a procedere del Senato, per l’impossibilità di ricorrere all’iter ordinario data l’intestazione della scheda al senatore e seconda carica dello Stato.
L’ultima possibilità sarebbe stata quella di dare la possibilità al giovane di consegnare spontaneamente il telefono per consentire le analisi e gli accertamenti sulla vicenda. Nel cellulare gli investigatori potrebbero individuare elementi utili per ricostruire i fatti, teoricamente anche a discolpa dell’indagato.
Le indagini
Quello del cellulare protetto dall’immunità parlamentare è soltanto uno degli ostacoli a cui le autorità giudiziarie stanno andando incontro per ricostruire il caso. Per lo stesso diritto riconosciuto al parlamentare non sarebbe possibile eseguire alcun atto d’indagine a casa di Ignazio La Russa e della moglie, dove secondo la denuncia sarebbero avvenuti i due rapporti sessuali con Leonardo e con l’amico dj.
Gli oltre 40 giorni trascorsi dalla presunta violenza riducono praticamente al nulla le speranze di ricavare immagini della serata in discoteca dalle telecamere di sorveglianza interne ed esterne, visto che i video vengono solitamente memorizzati per 24 ore e poi sovrascritti.
Intanto dei telefonini della presunta vittima ventiduenne e delle sue amiche, sentite martedì 11 luglio dal procuratore aggiunto Letizia Mannella, dal pm Rosaria Stagnaro e dal capo della mobile Marco Calì, gli inquirenti hanno acquisito le copie, alla ricerca di telefonate, contatti, chat utili per trovare riscontri alla denuncia.