Sardegna, da zona bianca a rossa in poco più di un mese: il caso
Cosa è successo in Sardegna, passata in poco più di un mese dalla zona bianca alla rossa, con l'indice Rt più alto d'Italia
Da lunedì 12 aprile, in base alla nuova ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, la Sardegna sarà in zona rossa. Mentre altre sei regioni faranno il percorso inverso, passando dal rosso all’arancione. Eppure poco più di un mese fa l’isola era in zona bianca, unica regione in Italia, con dati del contagio estremamente bassi.
Come ha fatto quindi la regione a peggiorare così tanto e in così breve tempo da rendere necessario il passaggio alla zona con le restizioni più severe?
Sardegna, da zona bianca a rossa in poco più di un mese
A fine febbraio la Sardegna era stata la prima, e finora unica, regione ad essere dichiarata zona bianca. Per via di una serie di ottimi indicatori, in netta contraddizione con il resto del Paese.
Aveva un indice di contagio Rt di 0.68 e aveva mantenuto l’incidenza dei casi sotto i 50 ogni 100 mila abitanti per tre settimane di fila. Inoltre era occupato solo l’11% dei posti letto in terapia intensiva.
Dopo tre settimane però il netto aumento dei contagi aveva portato la Sardegna ad un doppio salto, da zona bianca ad arancione.
I dati epidemiologici dell’isola hanno continuato a peggiorare, fino a rendere la Sardegna, stando all’ultimo monitoraggio Iss-ministero, la regione con l’indice Rt più alto d’Italia, 1.54. E a imporre così il passaggio alla zona rossa.
Sardegna, da zona bianca a rossa: i motivi
Il rapido aumento dei contagi è da imputare, secondo il Corriere della Sera, ai comportamenti scorretti di tante persone, che hanno inteso l’allentamento delle misure come un “liberi tutti”. Nonostante il governatore Solinas avesse mantenuto il coprifuoco e consentito a bar e pub di stare aperti solo fino alle 21 e ai ristoranti fino alle 23.
In tanti hanno ripreso ad uscire, ad affollare i locali e a organizzare feste, matrimoni e battesimi. Facendo schizzare in alto in breve tempo il numero di nuovi contagi e ricoveri in ospedale.
La stessa introduzione della zona bianca forse è stata prematura. Lo suggerisce anche il fatto che con l’ultimo decreto il governo Draghi ha abolito, almeno fino a fine aprile, le due fasce con minori restrizioni, colorando l’Italia solo di rosso e arancione.
A pesare è stato anche l’andamento della campagna vaccinale sull’isola. La Sardegna è agli ultimi posti per numero di dosi somministrate rispetto a quelle consegnate: a oggi sono 305.185 su 402.820, pari al 75,8%. Solo Calabria, Basilicata e Puglia hanno fatto peggio.
A questo si aggiungono i numeri preoccupanti delle rinunce a vaccinarsi con AstraZeneca. “Dopo le ultime vicende di AstraZeneca abbiamo registrato ulteriori defezioni dopo quelle dei giorni scorsi. Troppe”, ha detto l’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu.
“Cito due esempi significativi – ha sottolineato – in un centro sono venuti meno 450 prenotati su 800 e in un altro oltre 300 su 600: e l’andamento è questo in tutta la Sardegna”.
Sardegna zona rossa: i timori per il turismo
Questi dati mettono in pericolo l’avvio della stagione turistica, che in Sardegna in tempi normali inizia già a maggio. Per questo il presidente della Regione Solinas, assieme al collega siciliano Musumeci, ha proposto di predisporre una campagna vaccinale accelerata per trasformare le due isole in zone covid-free in grado di accogliere i turisti in sicurezza.