Saman Abbas, il fratello teme di essere ucciso per aver parlato: minacciato anche il fidanzato della 18enne
Al processo per l'omicidio di Saman Abbas, l'avvocata del fratello della 18enne di Novellara ha rivelato che il giovane ha paura di essere ucciso
È iniziato il processo per l’omicidio di Saman Abbas, la 18enne di Novellara ritrovata dopo un anno e mezzo dalla sua scomparsa e per la quale sono sotto accusa diversi familiari. Tra i testimoni chiave c’è il fratello della ragazza, che ora teme per la sua stessa vita.
- Il fratello di Saman Abbas è sicuro: verrà ucciso
- Minacce al fratello e al fidanzato di Saman Abbas
- Lo zio Danish punta a chiedere il rito abbreviato
Il fratello di Saman Abbas è sicuro: verrà ucciso
C’è un giovane minorenne al centro del processo contro Danish Hasnain, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, ovvero lo zio e i cugini di Saman attualmente sotto processo per l’omicidio della ragazza. Si tratta del fratello, costituitosi parte civile e difeso dall’avvocata Valeria Miari.
Proprio la sua legale, stando a quanto riportato da Ansa, ha reso noto in aula che il giovane teme di venire ucciso a sua volta: “Questo ragazzo è certo che per aver parlato subirà la stessa sorte della sorella“.
Il cugino di Saman Abbas, Numanhulaq Numanhulaq, in tribunale a Reggio Emilia
Le difese degli imputati hanno avanzato richiesta di poter ascoltare il fratello, già sentito durante l’incidente probatorio, anche al processo. La Miari si oppone, sostenendo che da parte di persone vicini al nucleo familiare sono arrivate “forti pressioni“.
Minacce al fratello e al fidanzato di Saman Abbas
Il fratello non sarebbe l’unico ad aver subito un forte trauma e pressioni nella vicenda della scomparsa e l’omicidio di Saman, il cui corpo è stato ritrovato e identificato ai primi di gennaio 2023.
Sempre stando all’agenzia di stampa, anche l’avvocato del fidanzato della 18enne di Novellara si è opposto ad una nuova testimonianza del suo assistito, citando “forte stress” e “le minacce subite, oggetto di altro procedimento penale, che arrivavano ad ogni sua uscita pubblica”.
Anche lui è stato già sentito durante l’incidente probatorio, ma i legati di zio e cugini lo hanno inserito nelle liste dei testimoni su cui si deve esprimere la Corte d’assise. Per l’avvocato, non ci sono però nuove circostanze che richiedono necessaria una sua ulteriore deposizione.
Lo zio Danish punta a chiedere il rito abbreviato
In attesa che venga risolta la questione dell’estradizione del padre, la cui posizione verrà affrontata in un processo a parte, l’avvocato dello zio Danish ha annunciato la volontà di chiedere per il proprio assistito uno sconto sulla sentenza.
Potrà ottenerlo qualora gli verrà accordato il giudizio abbreviato e perché ciò avvenga andrà modificata l’impostazione d’accusa nei suoi confronti. Se il reato contestato non sarà più ostativo alla concessione del rito abbreviato, potrà godere dello sconto di un terzo della pena.
Il legale punterà probabilmente sul fatto che a novembre è stato Danish Hasnain a consentire il ritrovamento del cadavere della nipote, presumibilmente uccisa per aver rifiutato un matrimonio combinato in Pakistan. Nella sua ricostruzione, avrebbe “solo” accompagnato i cugini a seppellire il corpo di Saman.
Zio e cugini ora sono sotto processo per omicidio aggravato da premeditazione, motivi abietti e legame di parentela, oltre a occultamento di cadavere e sequestro di persona.