Rita Trevisan Zara scomparsa da due mesi a Baranzate, il cadavere spuntato da un canale potrebbe essere il suo
In un canale di scolo è stato rinvenuto un cadavere: potrebbe essere quello di Rita Trevisan Zara, l'86enne scomparsa da Baranzate a febbraio
Potrebbe essere di Rita Trevisan Zara, scomparsa il 4 febbraio da Baranzate, il cadavere rinvenuto a Bollate martedì 2 aprile. Il corpo si trovava in un canale di scolo di via Milano. Sul posto sono subito intervenuti i carabinieri delle compagnie di Milano e Rho insieme ai vigili del fuoco, che hanno potuto estrarre la salma. Presso il luogo del ritrovamento sono arrivati anche i figli dell’86enne, che avevano denunciato la sua scomparsa.
Rinvenuto cadavere a Baranzate
Il rinvenimento del corpo ha avuto luogo la mattina di martedì 2 aprile a Baranzate, nel Milanese. La segnalazione è partita da alcuni residenti che hanno notato il cadavere in un canale di scolo di via Milano e hanno chiamato il 112. Secondo le prime indiscrezioni potrebbe trattarsi di Rita Trevisan Zara, la donna di 86 anni scomparsa il 5 febbraio.
Come riporta ‘Corriere della sera’, sul corpo non sarebbero presenti segni di violenza. Le forze dell’ordine hanno recuperato tutti gli effetti personali della donna, che aveva con sé la propria borsa, i documenti e il cellulare.
In un canale di scolo di Baranzate (Milano) è stato rinvenuto un cadavere che potrebbe appartenere a Rita Trevisan Zara, la donna di 86 anni scomparsa a febbraio da Bollate
Solamente l’autopsia potrà definire i contorni della morte della donna. I residenti che hanno inviato la segnalazione avevano notato dei vestiti nel canale, e le forze dell’ordine hanno confermato la presenza di un cadavere. Il corpo era prono nell’acqua e aveva addosso tutti gli indumenti.
Le prime ipotesi parlano di una possibile caduta accidentale, dal momento che la borsetta della donna è stata trovata sotto il corpo, evidenza che lascia escludere un’aggressione.
La scomparsa di Rita Trevisan Zara
Va ribadito che per il momento non è confermato che il cadavere rinvenuto a Baranzate appartenga a Rita Trevisan Zara. La donna, 86 anni, viveva da sola. Per un piccolo deficit di memoria breve i figli, per motivi di sicurezza, avevano installato delle telecamere nell’abitazione dell’anziana.
Il 4 febbraio Rita Trevisan, intorno alle 15, era uscita per andare a far visita a una cugina a Ospiate, in via Confalonieri. La videocamera di sorveglianza di una farmacia di Bollate l’aveva inquadrata lungo il percorso, a circa 500 metri dalla destinazione. La parente, tuttavia, era ammalata e per questo il loro incontro si era limitato a poche battute scambiate al citofono. Dopo quella chiacchierata, dell’86enne si erano perse le tracce.
La telecamera di sorveglianza della farmacia che l’aveva immortalata nel percorso di andata, inoltre, non l’aveva catturata sulla strada del ritorno. Per questo le ricerche si erano estese lungo i campi, con gli inquirenti che dopo i primi giorni lambivano l’idea di una possibile morte della donna, considerate le temperature estremamente basse e le intemperie. I figli avevano denunciato la scomparsa il 5 febbraio, quando avevano notato che la madre non rispondeva al citofono. Nessun allarme la sera prima, perché nessuno aveva tentato di contattare la donna al telefono. Il cellulare di Rita Trevisan, inoltre, risultava spento dal momento in cui era uscita di casa. Uno spegnimento avvenuto presumibilmente in maniera accidentale.
Le dichiarazioni dei figli
Ascoltato dal ‘Corriere della sera’ dopo il rinvenimento del cadavere (di cui deve ancora essere ufficializzata l’identità), il figlio Roberto Zara ha detto: “Speriamo sia stato un incidente, meglio così. Mi sbagliavo. Anche se dirmi felice dopo due mesi, sembra assurdo”. Ancora: “Anche noi avevamo battuto questa zona, ma non fino al punto in cui si trovava. Perché è difficile arrivarci. Può essersi persa, può essere andata in panico, è una zona impervia“.
Poi il ricordo dell’ultimo giorno: “Io e mio fratello andavamo a pranzo da lei quasi ogni giorno. Fatalità, quella domenica l’abbiamo soltanto sentita al telefono la mattina. E lunedì, a mezzogiorno, non l’abbiamo più trovata”.