Professoressa vieta top alle ragazze in palestra: "Distrae i maschi"
"Scandaloso e irrispettoso che i prof ci costringano a cambiare i vestiti piuttosto che cambiare la mentalità delle persone", hanno detto le ragazze
Polemiche in una scuola di Venezia. Una professoressa di educazione fisica del liceo artistico Marco Polo avrebbe vietato alle studentesse di indossare un top durante la lezione. Il motivo? L’outfit attirerebbe l’attenzione dei compagni di classe maschi, distraendoli. Immediata la proposta, finita su Instagram.
Professoressa vieta top alle ragazze in palestra: “Distrae i maschi”
Secondo quanto riferito da alcuni studenti del liceo artistico Marco Polo di Venezia, una professoressa di educazione fisica avrebbe detto alle sue alunne di “nascondere le proprie forme per non attirare l’attenzione e non distrarre i compagni maschi“.
Le sue parole sono state riportate dal collettivo studentesco della scuola, che ha immediatamente organizzato una protesta, documentata su Instagram.
Il divieto è stato subito violato da alcune ragazze, che si sono presentate a scuola con un top sportivo sfidando il freddo e srotolando su un ponte uno striscione contro la prof: “Cambiate mentalità, non i vestiti“.
La protesta degli studenti via Instagram
Anche studenti maschi si sono uniti alla protesta esponendo alcuni cartelli contro presunte costrizioni nel vestiario di ragazzi e ragazze.
“La prof – affermano le studentesse – sostiene che le ragazze debbano coprire le proprie forme per non attirare a sé l’attenzione e non distrarre i compagni maschi. Ha poi minacciato di mettere una nota se alle prossime lezioni le ragazze si presenteranno di nuovo con top sportivi, ritenuti dalla prof ‘inadatti a un contesto scolastico'”.
“Troviamo scandaloso e irrispettoso nei nostri confronti – prosegue il post su Instagram – che i prof ci costringano a cambiare i nostri vestiti piuttosto che cambiare le mentalità delle altre persone. Viviamo in una città e in una società dove siamo abituate ad avere paura quando giriamo per strada la sera, quando siamo in un locale e sappiamo che qualcuno solo per come siamo vestite potrebbe pretendere di avere un rapporto con noi, di poterci fischiare o molestare“.
Dopo l’azione di protesta si è svolta un’assemblea degli studenti per studiare altre forme di protesta. “Non siamo più disposte ad avere paura, vogliamo rendere sicuro ogni spazio che attraversiamo, a partire dalla scuola per arrivare alle strade e agli spazi della nostra città”.