Poliziotti uccisi a Trieste, le prime parole del killer
Il legale ha parlato di un giovane "confuso, in agitazione" e ha annunciato il suo piano
Alejandro Stephan Meran, il killer della sparatoria a Trieste in cui sono morti i due poliziotti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, ha parlato per la prima volta dopo l’omicidio. Al suo avvocato difensore Francesco Zacheo, come riporta Ansa, Meran ha dichiarato: “Leggo la Bibbia, amo mia madre tantissimo”. In seguito ha aggiunto: “Non mi ricordo nulla”. Secondo Zacheo, Alejandro “non sta bene, andava e va curato”.
Il difensore è rimasto in compagnia del suo assistito per circa 40 minuti e ha parlato di un giovane “confuso, in agitazione”. Secondo l’avvocato Zacheo, “non si fa quello che ha fatto se non si hanno problemi” psicologici, gli stessi che Alejandro “manifesta da tempo”.
Zacheo ha evidenziato che sta già cercando documenti, testimonianze in Germania che consentano di conoscere il passato del giovane quando viveva in Baviera. “Se li troviamo, andrò lì a prenderli”, ha specificato.
Le condizioni di salute di Meran
Nell’ordinanza d’arresto, il gip Massimo Tomassini ha invece parlato di “una precisa volontà di armarsi e di essere pronto a fare fuoco”, deponendo a favore della tesi che l’uomo fosse lucido al momento della sparatoria.
“Vi sono in atti frequenti riferimenti a disturbi psichici dell’indagato ma al momento non vi sono documenti medici al riguardo”, ha scritto il giudice. “Molto inquietante poi il fatto che abbia ‘scarrellato’ l’arma sottratta a uno dei due poliziotti, posto che tale gesto, non alla portata di tutti, dà conto di una familiarità con le armi, familiarità che si intuisce anche dalle foto che lo ritraggono mentre impugna le due pistole”.
Il gip si riferisce alle immagini riprese dalle telecamere nell’atrio della Questura, dove si vede Alejandro Meran sparare con la pistola che ha in una mano mentre esibisce la seconda arma ancora nella fondina, strappata dal cinturone del secondo poliziotto quand’era ormai a terra.
Fonte foto: Ansa