Obbligo vaccinale, Abrignani (Cts) frena: "Mandiamo polizia a casa?"
L'immunologo Abrignani, seppur favorevole all'obbligo vaccinale, spiega perché la misura sarà difficile da introdurre
Non si placa il dibattito attorno all’obbligo vaccinale. Il premier Draghi e il ministro della Salute Speranza hanno tracciato la rotta nei giorni scorsi, dicendosi favorevoli a introdurre la misura. Non sarà semplice, sia perché una parte della maggioranza, la Lega, è assolutamente contraria, sia perché l’opposizione, Fratelli d’Italia, è ancor più agguerrita del partito del Carroccio, sia perché una fetta di cittadinanza reputa la misura repressiva.
Sull’argomento è intervenuto Sergio Abrignani, immunologo dell’Università di Milano e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts). Ospite di ‘SkyTg24’, l’esperto ha ricordato di essersi detto “da subito favorevole” all’obbligo vaccinale.
“Ma bisogna anche essere realisti – ha aggiunto -, a patto che si riesca a introdurre l’obbligo con una legge parlamentare in tempi stretti, bisogna poi pensare alla realizzazione: si manderanno infermieri e carabinieri casa per casa?”.
“In linea di principio l’obbligo per il vaccino è l’unico modo per contenere la pandemia”, sottolinea Abrignani, che poi passa a parlare del certificato verde: “A mio modo di vedere l’estensione del Green pass è la cosa più plausibile. Nessuno ha la libertà di infettare gli altri, quindi con la certificazione si premia chi si è vaccinato dandogli la possibilità di partecipare alla vita comunitaria. Chi non vuole vaccinarsi starà in casa”.
Capitolo medici non vaccinati: in Italia sono più di mille. “Per i medici no-vax io propongo la radiazione dall’albo: hanno violato la prima regola aurea, quella di non nuocere”, chiosa l’immunologo.
Sulla terza dose, come già rimarcato dal collega Roberto Burioni di recente, Abrignani spiega che “chiunque si intenda di vaccini sapeva già dall’inizio che sarebbero servite tre dosi. È così per quasi tutti i vaccini che facciamo in età neonatale. Per il Covid abbiamo iniziato con due dosi perché un anno fa eravamo in una situazione disperata: l’importante era iniziare a bloccare la pandemia”.
“Probabilmente si partirà subito dopo aver messo al sicuro i fragili. Ma prima è necessario finire di vaccinare quante più persone con due dosi”, ha aggiunto.
Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha lasciato intendete che si potrebbe levare la mascherina in classe con la maggioranza di studenti vaccinati. “Al chiuso – spiega Abrignani – sarebbe meglio tenere la mascherina il più possibile. Usare i dispositivi di protezione, il distanziamento e l’areazione fanno diminuire le possibilità di infettarsi. Il vero obiettivo è tornare in presenza ed evitare la Dad e l’Italia lo sta facendo”.
“L’idea poteva avere senso qualche mese fa e, se avessimo ancora in circolazione la variante Alpha, credo che sarebbe stata accolta”, ha detto l’immunologo che quindi ha concluso: “Sappiamo che un vaccinato su quattro può infettarsi con la variante Delta, quindi potenzialmente infettare altri, anche se specialmente tra i giovani non c’è il rischio che sviluppi una forma grave”.