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Milano, travolte dal mezzo agricolo: spunta la pista della droga

Gli uomini che si trovavano con Sara El Jafaari e Hanan Nekhla, travolte in un campo, sarebbero spacciatori dell'ex boschetto della droga di Rogoredo

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Continuano le indagini per la morte di Sara El Jafaari e Hanan Nekhla, uccise da un mezzo agricolo in un campo di mais a Locate di Triulzi, alle porte di Milano. Nel registro degli indagati è stato iscritto il 28enne che guidava il veicolo, usato per spargere medicinali sulle coltivazioni, che ha travolto le due marocchine.

L’investitore ha dichiarato agli inquirenti di non essersi accorto né delle donne né delle altre persone che si trovavano nel terreno, fuggite al passaggio del trattore. Il mezzo agricolo ha urtato una delle due, come testimoniano gli ematomi sul corpo, mentre l’altra potrebbe essere morta avvelenata dai pesticidi.

Milano, travolte dal mezzo agricolo: è ancora giallo sui mancati soccorsi

La chiamata ai soccorsi, in arabo, sarebbe stata fatta da quest’ultima prima di perdere i sensi venerdì 2 luglio alle 11, come riporta il Corriere della Sera. I pochi minuti di conversazione, confusi, e poi il silenzio del cellulare scarico hanno reso difficile identificare il luogo dell’incidente e salvare Sara El Jafaari e Hanan Nekhla.

I loro corpi sono stati ritrovati oltre 30 ore dopo l’allerta al 112, intorno alle 20 di sabato 3 luglio, e proprio su questo lasso di tempo si starebbero concentrando gli investigatori del Nucleo investigativo.

I Carabinieri hanno avviato una caccia all’uomo per trovare le persone che si trovavano con Sara, ragazza madre 28enne da sempre in lotta con la droga, e Hanan, barista 31enne.

Si tratterebbe di un gruppo di uomini che avrebbero assistito a tutto, vedendo il mezzo pesante arrivare, scansandosi e fuggendo, lasciando alcuni telefoni nel campo. Nessuno di loro avrebbe tentato di salvare le due allertando le autorità o tornando sul posto.

Milano, travolte dal mezzo agricolo: l’ipotesi sull’ex boschetto della droga

Sara El Jafaari aveva preso appuntamento con uno di loro giovedì sera a Rogoredo, nell’estrema periferia di Milano. L’area è nota per l’ex boschetto della droga. Nella chiamata al 112 la donna che ha parlato con gli agenti ha riferito proprio di essere in prossimità di quella zona, pur trovandosi in realtà a chilometri di distanza.

Il campo, nonostante la posizione remota e non raggiungibile in maniera agevole, secondo quanto emerso dalle indagini e riportato dal Corriere della Sera sarebbe stato abitato dagli uomini che si trovavano con le due vittime. Si tratterebbe di spacciatori di eroina di bassa qualità.

Con le operazioni di smantellamento del boschetto della droga, le bande criminali nordafricane si sarebbero infatti riversate nelle campagne del circondario, in zone impervie dove monitorare con facilità l’arrivo delle forze dell’ordine e nascondere agevolmente la droga.

La droga faceva parte del passato di Sara El Jafaari, che alternava disintossicazioni e ricadute. Come quella dell’ultimo mese, in cui era arrivata a commettere una rapina per comprare le dosi. Diverso il discorso per Hanan, forse trascinata lì dall’amica.

Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori anche quella che le due giovani donne siano state portate con la forza in quel campo, in mezzo al degrado, magari proprio in seguito a una trattativa per comprare l’eroina.

Sul luogo in cui sono morte le marocchine sono state trovate bottiglie di birra, zampironi, scatole di cibo e coperte. Una copriva il corpo di una delle due donne, rannicchiata come se stesse dormendo.

Non è escluso che il mezzo agricolo abbia sorpreso il gruppo nel sonno. Per gli uomini che si trovavano nel campo di mais potrebbe scattare l’accusa di omissione di soccorso o per reati più gravi, se venisse confermata la versione delle amiche di Sara e Hanan, che ai Carabinieri, riporta il Corriere della Sera, hanno parlato di “una trappola“.

mietitrebbia Fonte foto: ANSA
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