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Lombardia, 311 casi ogni 250mila abitanti: zona rossa a un passo

La Lombardia si avvia verso il passaggio dalla zona arancione 'rinforzata' a quella rossa

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

La Lombardia si avvia a passare dalla zona arancione ‘rinforzata’ a quella rossa. Da qualche giorno la regione amministrata dalla giunta capeggiata da Attilio Fontana registra dati preoccupanti in riferimento ai contagi Covid. Il dato aggiornato di ieri, come riferisce il Corriere della Sera, segnala 311 nuovi casi ogni 100mila abitanti (particolarmente critica la situazione nella provincia di Brescia). Numeri che, secondo il Cts, dovrebbero far finire la zona lombarda nel colore che garantisce più misure restrittive.

E proprio il Cts chiede automatismi (che al momento non sono previsti) circa il cambio di colore delle regioni. In particolare gli scienziati affermano che quelle zone che superano i 250 casi settimanali su 100 mila abitanti slittino in zona rossa in automatico. La Lombardia è evidentemente oltre tale soglia.

La soluzione normativa potrebbe arrivare nelle prossime ore con la correzione del Dpcm. Non è escluso che la zona rossa sia estesa a tutte le regioni nel weekend e, nel caso delle zone più colpite dai contagi, come la Lombardia, con il rientro in arancione rinforzato nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì. Se invece passasse la linea dell’automatismo (zona rossa se si registrano 250 casi ogni 100mila abitanti), il territorio lombardo diventerebbe rosso in tutti i giorni della settimana.

“L’evoluzione è talmente rapida – ha detto Fontana nelle scorse ore – che fare anticipazioni rischia di essere assolutamente fuori luogo”. Il rischio è che la Lombardia possa essere dichiarata zona rossa venerdì 12 marzo, entrandoci dunque proprio lunedì 15 marzo.

Nel frattempo tre regioni hanno già anticipato la stretta nazionale che dovrebbe arrivare a breve. Si tratta di Piemonte, Puglia e Campania, che lungo la giornata di ieri hanno pensato a misure più restrittive rispetto a quelle in vigore. Decisioni prese alla luce del peggioramento dei dati legati alla pandemia sui rispettivi territori, ma soprattutto alla luce del peggioramento relativo alle strutture sanitarie che rischiano il collasso laddove non si riesca a far scendere la curva dei contagi.

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