Fichi secchi via dagli scaffali per presenza di aflatossina B1: ritirati dal Ministero della Salute, i rischi
Fichi secchi ritirati dagli scaffali dei supermercati per possibile presenza di aflatossina B1: qual è il lotto e cosa fare in caso di acquisto
Nuovo ritiro dagli scaffali: il Ministero della Salute ha reso noto di aver richiamato dei fichi secchi dagli scaffali dei supermercati. La causa è la possibile presenza dell’aflatossina B1. Ecco cosa fare nel caso in cui si siano acquistate le confezioni nei supermercati e quali sono i rischi nel caso si sia consumato il prodotto in questione.
- La nota del Ministero della Salute
- Cosa fare con i fichi secchi ritirati
- I rischi dell’aflatossina B1
La nota del Ministero della Salute
Come specificato nel richiamo diramato dal Ministero della Salute, dal 27 dicembre è stato imposto il richiamo del prodotto “Fichi giganti”, a marchio “Ventura”, venduto in confezioni da 300 grammi.
Le confezioni sono commercializzate a nome “Madi Ventura S.p.A.”, e sono prodotte da “Osman Akça A.Ş.”, una holding con sede ad Aydn, in Turchia.
Fonte foto: Ministero della Salute
Il lotto di produzione interessato dai ritiri è indicato con il codice 350020356/2-11-795-23, ed è sprovvisto di marchio di identificazione dello stabilimento e/o del produttore.
Cosa fare con i fichi secchi ritirati
Come spiegato in una nota diramata dal Ministero della Salute, i fichi secchi interessati dai ritiri sono in confezioni da 300 grammi di peso, con scadenza fissata al giugno 2024.
Nell’avviso è specificato che “i fichi non devono essere consumati ma le confezioni riconsegnate al punto vendita GRAN MERCATO”.
La causa del ritiro del prodotto è la “presenza di aflatossina B1 alla concentrazione di 12,9 ± 5,7 µg/kg in quantità superiore al valore previsto dal Reg. UE 2023/915 che è di 6,0 µg/kg”.
I rischi dell’aflatossina B1
Come chiarisce l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), le aflatossine “sono micotossine prodotte da due specie di Aspergillus, un fungo che si trova soprattutto in zone caratterizzate da clima caldo e umido. Si prevede che il cambiamento climatico avrà un impatto sulla presenza di aflatossine negli alimenti in Europa”.
Queste tossine “sono note per le loro proprietà genotossiche e cancerogene”, e di conseguenza “l’esposizione del consumatore tramite gli alimenti deve essere mantenuta quanto più bassa possibile”.
“Le aflatossine possono essere presenti in prodotti alimentari come arachidi, frutta a guscio, granoturco, riso, fichi e altra frutta secca, spezie, oli vegetali grezzi e semi di cacao, a seguito di contaminazioni fungine avvenute prima e dopo la raccolta”. Tra tutte quelle diffuse in natura, l’aflatossina B1 “è la più diffusa nei prodotti alimentari ed è una delle più potenti in termini di genotossicità e cancerogenicità”.
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