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Covid, variante Delta: sintomi e diffusione. Quanto è pericolosa?

Quanto sono efficaci i vaccini e cosa fare con le vacanze: tutto sulla nuova mutazione. Covid, sintomi e diffusione della variante Delta

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

“La pandemia non è finita, non ne siamo ancora fuori. Va affrontata con determinazione, attenzione e vigilanza”. Sono state queste le parole di Mario Draghi pronunciate al termine del vertice di sabato a Bruxelles. Nella città sede del Parlamento europeo, i leader dell’Ue hanno discusso, tra le altre cose, della variante Delta, preoccupati che la metamorfosi del virus, isolata per la prima volta in India, possa rappresentare un colpo di coda della crisi sanitaria e un dietrofront del percorso in direzione delle riaperture.

Non si tratta di una paura infondata: in Inghilterra il primo ministro Boris Johnson ha rinviato di un mese l’auspicato ritorno alla normalità inizialmente previsto per lo scorso 21 giugno. Alcuni virologi (tra cui Bassetti, che ne ha parlato in esclusiva con Virgilio Notizie in quest’intervista) fanno notare che il Paese oltremanica rappresenta pur sempre un caso particolare, avendo gli inglesi rinviato la seconda dose per vaccinare in prima istanza un maggior numero di persone. E però a queste latitudini la situazione non è tanto diversa: l’apprensione di Figliuolo per i i 2,7 milioni di ultrasessantenni non vaccinati si è manifestata in tv durante un’intervista di domenica su Rai Uno. Così come, sul fronte dei governatori, ci si chiede se la riduzione delle consegne a luglio sia davvero dell’entità prospettata dal responsabile della logistica, cioè del 5%.

Su queste basi potrebbe essere complicato seguire le raccomandazioni dei virologi che, così come l’Ema, hanno inviato ad accorciare i tempi per il richiamo. La ragione? L’efficacia del vaccino contro la Delta non sarebbe infatti stata compromessa, ma solo una volta che si è completato il ciclo. Un aspetto da non sottovalutare: la nuova variante è infatti del 60% più contagiosa rispetto alla cosiddetta Alpha (isolata per la prima volta in Inghilterra), che a sua volta era per il 50% più contagiosa del ceppo originario.

Insomma, mentre alcuni paesi già fanno i conti con una ripresa dei morti e dei contagi (al link la drastica misura decisa per Sydney), alle autorità italiane è ormai chiaro che l’estate si prefigura come una gara a due: per evitare nuove limitazioni delle libertà sarà necessario correre più veloce della variante Delta. Per il commissario Figliuolo il traguardo dell’immunità di gregge a fine settembre è ancora realistico. Gli strumenti si chiamano profilassi, comportamenti responsabili, osservanza delle regole. Un’aderenza diffusa e convinta a questi tre principi aiuterà sicuramente il raggiungimento dell’obiettivo autunnale: nel frattempo ecco una guida con tutto ciò che sappiamo sulla variante Delta.

Variante Delta, quali sono i sintomi

Una descrizione dei sintomi associati alla variante Delta del Covid-19 è stata data fatta dal direttore della Prevenzione Gianni Rezza durante la conferenza stampa del 18 giugno sull’analisi dei dati del monitoraggio settimanale della Cabina di Regia: “Questa variante Delta – ha detto l’esperto – sembra dare sintomi leggermente diversi: di più a carico dell’apparato respiratorio superiore come mal di gola, naso che cola e mal di testa e raramente anosmia (la perdita totale della capacità di percepire gli odori, ndr)”.

Nella circolare del 25 giugno del ministero della Salute si legge inoltre che “sulla base delle ultime evidenze disponibili, la VOC Delta (B.1.617.2) può essere associata a un rischio più elevato di ospedalizzazione”. Per la compagnia scientifica ZOE, che si occupa di ricerca nel campo dei sintomi del Covid, la variante indiana si distingue dall’infezione del ceppo Alfa o del ceppo originario per una maggiore frequenza di sintomi come mal di testa, mal di gola, naso che cola e febbre, mentre tosse e perdita dell’olfatto sarebbero quasi scomparsi.

Quanto sono efficaci i vaccini contro la variante Delta

Per rispondere a questa domanda si può far riferimento alla circolare del ministero della Salute diffusa il 25 giugno. Nel testo trova spazio “la tabella di probabilità e impatto di infezione con VOC Delta nella popolazione generale e nelle popolazioni fragili per status vaccinale”. Si tratta, in poche parole, di uno schema che stabilisce una relazione tra ciclo vaccinale e rischio di contrarre il Covid nella variante Delta. In esso si legge che, per la popolazione generale, dopo il richiamo il rischio di infezione passa da alto o molto alto a basso. Sergio Abrigniani, membro del Cts, ha riformulato lo stesso concetto in numeri “Una sola dose protegge al 70% dalla variante Alfa mentre contro la Delta funziona al 20-30% – queste le parole dell’immunologo al Corriere della Sera – con due dosi si è protetti al 85-90% dalla Delta e oltre il 95 dall’Alfa”.

Quanto è diffusa in Italia la variante Delta

Si potrebbe partire dai numeri della Lombardia, che sono i più recenti. La regione ha analizzato il 100% dei tamponi in adesione al principio secondo il quale il sequenziamento dei test risultati positivi è uno dei mezzi a disposizione del sistema sanitario per prevenire i danni delle varianti. In questo modo è possibile determinare quanto sia diffusa una mutazione nel territorio di riferimento. L’assessora al Welfare Letizia Moratti ha detto che in Lombardia si è al 6%. Per quanto al di sotto della media italiana, il trend della diffusione della variante Delta è in aumento. A a maggio infatti era dell’1,2%, il 23 giugno al 3,2%. lunedì al 6%.

Quali sono i dati nazionali? Venerdì il report dell’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato un 16,8% su un totale di circa 30mila campioni analizzati. Essendo più contagiosa, la variante Delta è destinata a soppiantare l’Alpha. D’altra parte, il dato aggregato è assimilabile al report del Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle infezioni (ECDC), secondo il quale il 90% del virus sarà rappresentato dalla variante Delta entro la fine di agosto.

Che cos’è la variante Delta Plus

Secondo gli studi a nostra disposizione, la variante Delta Plus presenta le caratteristiche della variante Delta più una mutazione della variante Beta, isolata per la prima volta in Sudafrica. Si tratterebbe di un ceppo caratterizzato da una trasmissibilità ancora maggiore della Delta “semplice”. Al momento, è stata individuata in nove paesi oltre l’India, tra i quali compaiono gli Stati Uniti e il Regno Unito, ma non l’Italia.

Mascherine all’aperto e variante Delta

Ad alcuni è sembrato un azzardo procedere verso la decisione di mettere via le mascherine all’aperto mentre la variante Delta faceva registrare un’impennata di contagi nel Regno Unito e in Sudafrica, e di morti a San Pietroburgo. Ma, mentre Israele reintroduce i dispositivi di protezione facciali, in Italia decade da oggi lunedì 28 giugno l’obbligo di tenere le mascherine all’aperto (certo non in Campania, dove il governatore De Luca ne ha reso obbligatorio l’utilizzo per tutto il mese di luglio in aree specifiche, a prescindere dagli assembramenti – qui le dichiarazioni di fuoco del capo della giunta campana contro Figliuolo e Speranza). A livello nazionale, “l’obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie, anche all’esterno, resta fermo in ogni situazione in cui non possa essere garantito il distanziamento interpersonale o quando si configurino assembramenti o affollamenti”, si legge nell’ordinanza del ministero della Salute. Al link invece la risposta a chi invece si chiede se i vaccinati possono contagiare.

Variante Delta e vacanze, cosa fare secondo gli esperti

Il flusso di italiani che si apprestano a viaggiare per le vacanze preoccupa ancora di più ora che la variante Delta ha imposto un dietrofront a diversi paesi. Gli spostamenti, soprattutto dagli stati in cui i contagi sono in ascesa, sono un veicolo efficace di trasmissibilità. Così si spiegano il focolaio finlandese tra i tifosi della nazionale, in trasferta a San Pietroburgo in occasione degli Europei di calcio, e l’appello di Draghi e Merkel per spostare la finale del torneo continentale in un luogo che non sia Londra.

Naturalmente c’è anche da prestare attenzione alle esigenze degli italiani che vogliono staccare la spina dopo mesi interi passati in zona rossa e ai bisogni del settore turistico, in ginocchio e vitale per la nostra economia. Il consiglio dei virologi allora è di non rimandare per nessun motivo, neanche per andare in vacanza, la seconda dose. Dopo il richiamo, infatti, la protezione contro la variante è di oltre il 90 per cento. Prima del ciclo completo, tuttavia, i dati dimostrano l’esistenza di una barriera contro l’infezione ancora poco efficace.

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Variante Delta, rischio lockdown e zone rosse: cosa dicono gli esperti Fonte foto: ANSA
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