Covid, origine del virus a Wuhan: le nuove rivelazioni sul laboratorio

I National Institutes of Health (Nih) degli Usa hanno rivelato in una lettera inviata al Congresso di aver finanziato degli studi dell’Istituto di Virologia di Wuhan, in Cina, tra il 2018 e il 2019, che avrebbero avuto come “risultato inaspettato” la creazione di un coronavirus più infettivo nei topi.

Si torna così a parlare dell’origine del Sars-Cov-2 e della sua possibile creazione e fuga da un laboratorio, con i nuovi dubbi sollevati negli Stati Uniti e riportati anche dalla prestigiosa rivista scientifica Science.

Gli scienziati di Wuahn, specificano i Nih, avevano il compito di capire se i coronavirus dei pipistrelli potessero infettare gli esseri umani.

Nessuno degli esperimenti proposti avrebbe potuto renderli più pericolosi per l’uomo, e tutti quelli studiati sono “troppo distanti evolutivamente” dal Sars-Cov-2 per essere delle sue versioni primitive.

Per questo le agenzie Usa specificano che si tratta di virus che “non possono aver causato la pandemia di Covid-19“, e qualsiasi affermazione contraria è “dimostrabilmente falsa”.

Lawrence Tabak, vicedirettore dei National Institues of Health, ha spiegato nella lettera indirizzata al Congresso Usa che gli esperimenti in questione riguardavano il virus Wiv1 ibridato con la proteina Spike di altri virus presenti nei pipistrelli, al fine di capire se questi ultimi potessero legarsi a un recettore umano in un esperimento condotto sui topi.

Il risultato fu che gli animali esposti ai virus chimera si ammalarono in misura maggiore di quelli infettati dal Wiv1 non modificato. È questo il “risultato inaspettato” di cui parlano i Nih.

L’EcoHealt, ente no profit che aveva fatto da intermediario dei finanziamenti, non avrebbe segnalato immediatamente gli sviluppi inattesi della ricerca effettuata a Wuhan, come richiesto dalle regole della sovvenzione.

Fonte foto: ANSA