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Giovanni Toti arrestato per corruzione, il governatore della Liguria è ai domiciliari con Signorini e Spinelli

Giovanni Toti arrestato a Genova: il presidente della Regione Liguria è ai domiciliari dopo l'accusa di corruzione, in manette anche Signorini e Spinelli

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Giovanni Toti, governatore della Liguria, è stato arrestato martedì 7 maggio con l’accusa di corruzione dopo le indagini della Guardia di finanza. Si trova ai domiciliari. In manette anche Paolo Emilio Signorini, ad di Iren, e l’imprenditore Aldo Spinelli, ex presidente di Genoa e Livorno. Il primo è l’unico a essere finito in carcere.

Giovanni Toti agli arresti domiciliari

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è agli arresti domiciliari nell’ambito di una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) genovese e della Guardia di finanza, con l’accusa di corruzione.

Il governatore è stato arrestato su disposizione del giudice per le indagini preliminari (gip) di Genova in un’inchiesta della Procura guidata da Nicola Piacente sulle elezioni Regionali 2020.

giovanni toti arrestato corruzioneFonte foto: ANSA
Giovanni Toti, presidente Regione Liguria

L’inchiesta sarebbe scaturita dalla trasmissione di atti per competenza proveniente dalla Procura della Repubblica della Spezia che ha svolto indagini in un procedimento collegato.

Gli indizi, secondo quanto riferito da Ansa, sarebbero stati raccolti nel corso di attività di intercettazione, pedinamento e osservazione.

Ordinanze anche a La Spezia

E infatti oltre all’ordinanza della Procura di Genova c’è un’altra inchiesta in corso a La Spezia che ha portato, secondo quanto appreso dall’Ansa, ad altre misure cautelari.

Gli indagati, una decina, sarebbero in qualche modo collegati all’inchiesta genovese.

La notifica a Toti in un hotel a Sanremo

L’Ansa aggiunge che l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari è stata notificata dalla Guardia di finanza a Giovanni Toti in un hotel di Sanremo.

Il governatore era lì per partecipare a una conferenza stampa sull’incontro con Flavio Briatore e il sindaco di Ventimiglia, Flavio Di Muro.

Secondo quanto appreso, i finanzieri avrebbero aspettato il presidente, dandogli il tempo di prepararsi e accompagnandolo all’esterno dell’albergo.

In manette altre 9 persone tra cui Signorini e Spinelli

Giovanni Toti non è l’unica persona arrestata.

Oltre a lui, infatti, sono coinvolte altre 9 persone, tra cui Paolo Emilio Signorini (ad di Iren da agosto 2023, ma ex presidente dell’Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale), Aldo Spinelli (imprenditore, ex presidente di Genoa e Livorno) e Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti.

Sequestrato oltre mezzo milione di euro, perquisita la casa di Toti

La Guardia di finanza, inoltre, avrebbe sequestrato 570 mila euro nei confronti di alcuni imprenditori.

Sono in corso perquisizioni disposte dalla Procura di Genova, anche nella casa di Giovanni Toti, in piazza Piccapietra, alla presenza del governatore e del suo avvocato.

“Siamo tranquillissimi” avrebbe commentato il presidente entrando in casa, ripreso da LaPresse.

Poi,  uscendo di casa, ha detto ai giornalisti presenti che “non posso rilasciare dichiarazioni, lo sapete“.

A parlare per lui è stato quindi il legale, Stefano Savi:

“Ho parlato con il presidente, il mio assistito è sereno e conta di spiegare tutto. Continuerà a lavorare. Come abbiamo potuto vedere fino a questo momento sono tutti fatti a cui possiamo dare una spiegazione nell’ambito di una legittima attività di amministrazione per l’interesse pubblico”.

Dopodiché sia Toti sia il suo avvocato si sono recati nella caserma della Guardia di finanza in Lungomare Canepa, a Genova.

Le accuse di corruzione

La Guardia di finanza ha arrestato i personaggi coinvolti sulla richiesta avanzata il 27 dicembre 2023 dalla Procura di Genova.

Nel dettaglio, ecco le varie accuse:

  • Paolo Emilio Signorini, già Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale: accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, destinatario della misura della custodia cautelare in carcere;
  • Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria: accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari;
  • Aldo Spinelli, imprenditore nel settore logistico e immobiliare: destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari, accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini e di Giovanni Toti;
  • Roberto Spinelli, imprenditore nel settore logistico e immobiliare: destinatario della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale, accusato di corruzione nei confronti di Giovanni Toti;
  • Mauro Vianello, imprenditore operante nell’ambito del Porto di Genova: destinatario della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale, accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini;
  • Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga S.p.A.: destinatario della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale, accusato di corruzione nei confronti di Giovanni Toti;
  • Matteo Cozzani, capo di gabinetto del Presidente della Regione Liguria, accusato del reato di corruzione elettorale (art. 86 dpr 570/1960), aggravato dalla circostanza di cui all’art. 416-bis.1 c.p. in quanto commesso al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova, e di corruzione per l’esercizio della funzione, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari;
  • Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, rappresentanti della comunità riesina di Genova, destinatari dell’obbligo di dimora nel comune di Boltiere, accusati del reato di corruzione elettorale (art. 86 dpr 570/1960), aggravato dall’art. 416-bis.1 c.p. in quanto commesso al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova,
  • Venanzio Maurici, destinatario dell’obbligo di presentazione alla p.g., accusato del reato di corruzione elettorale (art. 86 dpr 570/1960), aggravato dall’art. 416-bis.1 c.p., in quanto commesso al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova.

La commissione parlamentare Antimafia ha chiesto l’acquisizione degli atti dell’inchiesta della Dda genovese e della Guardia di finanza, che ha portato agli arresti domiciliari.

Iren crolla in Borsa

Come riferito da Ansa, il titolo di Iren è crollato in Borsa  fino a toccare un -7% nella mattinata di martedì 7 maggio.

Attraverso una nota, la società ha spiegato che “i reati contestati e riportati nel comunicato stampa della Procura della Repubblica di Genova sono riferiti al suo precedente ruolo di presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e non riguarderebbero quindi Iren. Il Gruppo ha già attivato le procedure necessarie a garantire da subito piena continuità aziendale“.

La reazione di Bucci sindaco di Genova

Sulla vicenda è intervenuto il sindaco di Genova, Marco Bucci, ripreso dall’Ansa:

 “Ovviamente siamo garantisti, quindi sino a quando le cose non si sapranno, non ci esprimiamo. Io non so assolutamente nulla di quello che è successo. Ho letto solo le notizie e non ho ancora capito. Quello che so è che abbiamo fatto il lavoro come deve essere fatto. Penso che è stato dimostrato da tante cose. Continuiamo andare avanti. C’è una città da portare avanti con un piano strategico ben preciso e 7 miliardi da investire. Su questo si va avanti a velocità forse ancora maggiore. Vi ricordate quanto avevo detto dopo il crollo del Morandi? Quel giorno ho detto che la città non è in ginocchio. Anche adesso nessuno di noi è in ginocchio. Anzi, siamo in piedi e con ancora maggiore energia, perché vogliamo dimostrare che le cose si fanno bene”.

Indagato Maurizio Rossi editore di Primocanale

Ansa riferisce che, nell’ambito dell’inchiesta per corruzione elettorale, è indagato anche l’editore di Primocanale Maurizio Rossi: sarebbe accusato di finanziamento illecito sotto forma di campagna politica andata in onda sull’emittente televisiva.

arrestato-giovanni-toti Fonte foto: ANSA
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