Influenza aviaria potrebbe essere prossima pandemia, sorvegliata speciale dai virologi: “Servono vaccini”

Influenza aviaria negli Stati Uniti: allerta per possibile futura pandemia. Gli esperti confermano che servono vaccini per esseri umani

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L’influenza aviaria potrebbe essere la prossima pandemia su scala globale. A dirlo e temerlo sono i virologi che si stanno concentrando sui numeri del virus. Il presidente della Società italiana di virologia non ha usato mezzi termini: c’è timore per l’epidemia tra i bovini da latte negli Stati Uniti. L’invito è di prestare massima attenzione e di iniziare a produrre vaccini per contenere i rischi.

Influenza aviaria: prossima pandemia

L’influenza aviaria che sta colpendo gli animali causa preoccupazione. Dal laboratorio di microbiologia dell’Asst Spedali Civili si pensa già a una futura emergenza pandemia. “Forse pessimistico, ma purtroppo non dobbiamo mettere la testa sotto la sabbia”, fa notare Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv).

Il virus che sta contagiando gli animali è il ceppo H5N1 (i sintomi preoccupano l’Oms), ma ce ne sono diversi in circolazione e questi si stanno già modificando. Secondo l’esperto le modifiche stanno avvenendo sui recettori di superficie, gli stessi che nel coronavirus hanno decretato l’adattamento all’uomo.

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 Influenza aviaria negli Stati Uniti: scatta l’allerta

Animali infetti: mucche, gatti e anatre

Non c’è una aviaria, ma più aviarie e queste si stanno adattando non solo agli uccelli, ma anche alle mucche. Il prossimo passo, secondo gli esperti, sono i mammiferi come leoni marini, foche, orsi e trichechi, ma anche cani, gatti e infine esseri umani.

L’allerta è passata da “bassa” a “moderata”, perché l’epidemia nei bovini si è già allargata, finendo sugli scaffali nei negozi. Il latte delle mucche infette ha finito per far degenerare rapidamente le condizioni di salute di alcuni gatti, che hanno presentato sintomi neurologici a rapido declino e sono in breve morti.

Virologi: serve sorveglianza stretta

Secondo il Dipartimento dell’Agricoltura statunitense, l’approvvigionamento di carne è sicuro, ma viene richiesto alla cittadinanza di maneggiare con cautela la carne cruda e di cuocerla correttamente per uccidere batteri e virus. Mentre si cerca di mantenere la calma, gli esperti iniziano a lanciare appelli alla sicurezza.

Vanno monitorati non solo gli uccelli, come già si fa da tempo, ma anche altri animali e gli alimenti che ne derivano, dal latte alla carne”, dice ancora Caruso. Serve quindi monitoraggio, attenzione, ma soprattutto iniziare la produzione di vaccini mirati al virus H5N1 e altri ceppi che si stanno velocemente diffondendo tra i mammiferi. Anche Matteo Bassetti (che si è espresso anche sul rischio trombosi del vaccino AstraZeneca), direttore  Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova, conferma l’allerta: “Dobbiamo fare attenzione, perché questo virus è molto vicino a noi”. Una posizione supportata anche dal docente Fabrizio Pregliasco (intervistato sul Norovirus in Lombardia), che predilige chiedere l’assenza di allarmismi in questo primo momento.

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