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Covid, Galli: "Misure Dpcm insufficienti". La sua soluzione

Massimo Galli ritiene insufficienti le misure attualmente in vigore, mentre si valutano nuove strette

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

In Italia il dibattito sulla pandemia si sta spostando sull’ipotesi ormai probabile di un inasprimento delle misure previste dall’ultimo Dpcm. L’avanzata delle varianti sta infatti provocando un crescente aumento giornaliero di casi di Covid-19, aggravato anche da un’impennata del tasso di positività che nel bollettino di ieri era del 7,6%.

Galli: “Misure Dpcm non sono sufficienti”

Mentre si discute sull’anticipare il coprifuoco e imporre criteri più stringenti per le zone rosse, l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano Massimo Galli è intervenuto ad “Agorà” su Rai 3 per dire la sua sulle misure attualmente in vigore. Per il medico i provvedimenti non sarebbero sufficienti a contrastare le varianti, e ha invocato un’ulteriore stretta e un ampliamento delle zone rosse.

“È successo quello che ci si poteva attendere e temere sull’arrivo anche da noi di questa ondata, considerando che quello che è stato messo in campo per fermare il tutto era e si è dimostrato ampiamente insufficiente“, ha detto Galli in collegamento.

Le varianti e gli ospedali al collasso

“Anzi, brillantemente ci sono state delle aperture nel momento in cui era proprio il caso di non riaprire nulla – ha sottolineato Galli – ma questa è una vecchia storia. I casi che abbiamo visto tra oggi e ieri, valutando che sono stati fatti meno tamponi, sono casi sintomatici con ogni probabilità. Questo è un preannuncio della settimana che ci aspetta”.

Il timore di Galli è che le nuove varianti prendano di mira le categorie più fragili, attraverso il contagio da parte dei più giovani che vivono una maggiore socialità: “Quando si diffonde una variante come quella inglese che dimostra di avere un 30-40% in più di capacità infettante, coloro che la prendono per primi sono i giovani e i bambini che hanno più socialità”.

“Poi la vediamo fatalmente tra gli anziani ed è lì che inizia l’aumento della pressione su ospedali e rianimazioni”, che in alcune regioni sono già vicini al collasso.

La soluzione di Galli: “Vaccinazioni e interventi sul campo”

Per invertire questa tendenza c’è un solo modo, per Galli: “Con vaccinazioni e interventi sul campo si potrà arginare la cosa in maniera molto più sostanziale. Lo strumento ci sarebbe, il punto è avere abbastanza vaccino per vaccinare tutti coloro che devono esserlo”.

Il mese di marzo potrebbe essere un mese ancora difficile per quanto riguarda le somministrazioni di vaccini, ma le cose dovrebbero cambiare a partire dal 1° aprile: per il secondo trimestre dell’anno, infatti, è prevista la consegna di 50 milioni di dosi, sufficienti a immunizzare almeno metà della popolazione italiana, come ha auspicato il ministro Speranza.

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