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Covid, tra nuove restrizioni e vaccinazioni: il punto di Speranza

Il ministro della Salute ha assicurato che entro l'estate tutti gli italiani avranno la possibilità di accedere al vaccino

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

Il ministro Speranza, ospite di Lucia Annunziata a “Mezz’ora in più”, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alla campagna vaccinale. La previsione del ministro della Salute è che “il prossimo trimestre sarà quello decisivo per le vaccinazioni. Dal 1° aprile inizia il secondo trimestre in cui ci aspettiamo l’arrivo di oltre 50 milioni di dosi, e puntiamo a raggiungere almeno metà della popolazione. Tra queste dosi ci sarà anche il vaccino di J&J che è monodose. Quindi alla fine del secondo trimestre dell’anno ci troveremo in una situazione in cui la maggioranza sarà vaccinata e entro l’estate conto che tutti gli italiani che lo vorranno potranno essere vaccinati”.

Restrizioni più rigide per fermare le varianti

Roberto Speranza, in un’intervista del Corriere della Sera, aveva spiegato che la seconda ondata di coronavirus “non è mai finita. Assistiamo a una ripresa molto forte dovuta all’impatto delle varianti, che ci sta portando a misure sempre più restrittive sui territori”. Il governo Draghi ha “confermato il modello per fasce” di colore “perché ci sono situazioni geografiche molto diverse. Ma è chiaro che monitoreremo giorno per giorno l’evoluzione epidemiologica, adattando le misure alla luce delle varianti”.

Il ministro della Salute ha così confermato le voci secondo cui Palazzo Chigi starebbe valutando, in concerto con il Comitato tecnico scientifico, l’ipotesi di un nuovo lockdown nazionale o di restrizioni più rigide, come il coprifuoco anticipato e la zona rossa nel fine settimana.

Speranza, il punto sul vaccino anti Covid e la chiusura delle scuole

Nonostante la continuità tra il rigore di Conte e di Draghi, le scuole sono chiuse e i ristoranti aperti in molte zone d’Italia. Per questo al ministro è stato chiesto se è stata data priorità all’economia da parte del nuovo esecutivo. “La priorità resta il diritto alla salute”, ha risposto. “Ogni scelta di didattica a distanza comporta sofferenza, ma c’è una recrudescenza significativa del coronavirus, la variante inglese è molto più rapida soprattutto nelle generazioni più giovani”.

Sulla proposta di Walter Veltroni di vaccinare i ragazzi proprio in virtù della maggiore infettività del ceppo, Roberto Speranza ha riferito al Corriere della Sera che “le scelte etiche sono sempre rispettabili, ma 6 decessi su 10 riguardano persone con più di 80 anni, vaccinarle significa salvare loro la vita. È la cosa più nobile che c’è”.

Riguardo i vaccini “i nostri numeri sono in linea con Germania e Francia. Il commissario Figliuolo farà un gran lavoro, che ci consentirà di accelerare ancora di più la campagna quando finalmente avremo molte più dosi”. Nonostante sia stato silurato, “Domenico Arcuri va ringraziato per il lavoro straordinario fatto. Se oggi abbiamo mascherine e respiratori e abbiamo fatto 186 mila vaccinazioni in un giorno è anche merito suo”.

Speranza, il punto sulle riaperture e il nodo Lega al Governo

Il ministro Speranza ha riferito che non c’è stato un cambio di linea con il passaggio di timone da Francesco Boccia a Mariastella Gelmini per il dicastero degli Affari regionali, né di temere concessioni ai presidenti di Regione che spingono per nuove aperture. “Io sono rigorista perché sono realista. Ricevo chiamate preoccupate dai governatori, che stanno firmando ordinanze restrittive anche da zona rossa. Gelmini è molto consapevole della serietà della situazione”.

Roberto Speranza non si è detto preoccupato per la presenza della Lega di Matteo Salvini al Governo. “Le scelte in politica sanitaria dimostrano” coesione all’interno della maggioranza, “perché mettono al centro la tutela della salute. Avere la golden share non significa comunicare tre volte al giorno, contano gli atti”.

Speranza parla di Zingaretti e della crisi del centrosinistra

Abbandonando per un momento il difficile ruolo di amministratore dell’emergenza sanitaria, il Roberto Speranza politico ha parlato della spaccatura del centrosinistra sulle pagine del Corriere della Sera. “Il grido di dolore di Nicola Zingaretti“, segretario dimissionario del Partito Democratico, “ha tolto il velo alle contraddizioni del Pd e aperto una crisi che riguarda tutti i progressisti. Quello che c’è oggi non basta e quello che serve ancora non c’è. Con il coronavirus che ha stravolto le esistenze, anche il nostro campo deve profondamente cambiare”.

“La pandemia ha riposto l’accento sul primato di alcuni diritti irrinunciabili e non negoziabili. Beni pubblici fondamentali come il diritto alla salute, all’istruzione, al lavoro e la grande questione dello sviluppo sostenibile vanno difesi, non possono essere affidati alle sole logiche del mercato. Attorno a questi temi c’è lo spazio per rifondare una sinistra larga e plurale. Le soggettività politiche esistenti si stanno dimostrando insufficienti per rispondere alla domanda di protezione che viene dalla società. Il Pd ha mostrato i suoi limiti, ma anche le esperienze costruite al di fuori del Pd non hanno raggiunto gli obiettivi”, ha sottolineato.

Roberto Speranza ha tuttavia ammesso di non essersi pentito di essere uscito dal Pd insieme a Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani. “Le ragioni di fondo restano valide ma siamo in un’altra fase. È ora di mettersi tutti in discussione per costruire una nuova grande forza politica che interpreti la domanda di cambiamento delle generazioni più giovani, penso anche alle Sardine. Le soggettività del campo democratico sono deboli, ma per paradosso i nostri asset fondamentali, come l’universalità delle cure o il vaccino bene pubblico, non sono mai stati più attuali”.

“Il campo democratico è più frammentato e in difficoltà, la sfida è trasformare questa crisi in una opportunità”, ha spiegato il ministro al Corriere della Sera. Sulla possibile nomina di Stefano Bonaccini come nuovo segretario, ha aggiunto che “è un’illusione pensare che i problemi grandi che abbiamo di fronte siano risolvibili cambiando un nome. Io pongo il tema di un superamento delle forze che ci sono oggi, lo stesso tema che credo abbia posto Nicola Zingaretti”.

“Credo molto in questa alleanza” tra Leu, Pd e M5s, “e guardo con grande attenzione al processo nel Movimento. Spero che anche il ruolo di Giuseppe Conte, con cui conservo un rapporto vero e costante, possa rendere più robusta questa prospettiva”, ha spiegato.

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