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Covid, governo Draghi verso il lockdown nazionale? I 5 scenari

Il governo Draghi valuta nuove chiusure e misure più rigide su tutte il territorio nazionale su consiglio del Comitato tecnico scientifico

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

All’indomani della entrata in vigore del primo Dpcm dell’era Draghi, il Governo sta già valutando nuove restrizioni sull’intero territorio nazionale, che potrebbero arrivare entro la prima metà di marzo. Ad aprire il dibattito saranno i prossimi incontri tra l’esecutivo e il Comitato tecnico scientifico. Se dovesse prevalere la linea dura contro il Covid, potrebbero essere introdotte misure più rigide per rallentare la diffusione del virus e permettere di proseguire con la campagna vaccinale con più rapidità. Ne dà notizia Repubblica.

Saranno presi in considerazione tre parametri fondamentali: la percentuale di crescita dei contagi settimanali, ormai stabile intorno alle 20 mila unità al giorno, l’occupazione dei posti in terapia intensiva e dei posti letto nei reparti Covid ordinari. Se dalle curve e dalle proiezioni emergerà un rischio troppo alto, potrebbe venire meno il meccanismo automatico delle chiusure regionali, che arriverebbe in ritardo rispetto alla diffusione delle varianti del coronavirus.

Lockdown nazionale, zona rossa nel week end e coprifuoco: le ipotesi

Cinque le ipotesi al vaglio del governo Draghi, come riporta Repubblica. La prima una zona rossa estesa a tutto il territorio nazionale della durata di tre o quattro settimane. Tuttavia si potrebbe decretare anche un lockdown nazionale attenuato, con le misure della zona arancione rafforzata. Ancora l’esecutivo potrebbe decidere per la zona rossa o la zona arancione in tutte le regioni solo nel fine settimana, o di anticipare l’inizio del coprifuoco, magari alle 19 o alle 20.

Le ultime due misure sono le più leggere, mentre quelle più radicali hanno il pregio della rapidità. Considerando l’andamento dell’indice Rt, è infatti ipotizzabile che presto le varie regioni si troveranno a dover chiudere ugualmente, ma in tempi scaglionati e troppo lunghi rispetto all’andamento dei contagi. Per questo il Cts starebbe premendo per la linea dura, esprimendo “grande preoccupazione” in particolare per la diffusione delle varianti e la ridotta efficacia della vaccinazione contro i nuovi ceppi del virus.

Cts spinge per nuove chiusure nazionali: i nodi politici da sciogliere

Gli esperti, nel rapporto presentato al Consiglio dei Ministri, spingono per la “riduzione delle interazioni fisiche e della mobilità” con, “analogamente a quanto avviene in altri paesi europei”, un “rafforzamento e innalzamento delle misure su tutto il territorio nazionale“. Oltre alla chiusura delle scuole con 250 casi ogni 100 mila abitanti già presente nel nuovo Dpcm, i tecnici consigliano la serrata di altri servizi, a iniziare dai centri commerciali.

La scelta spetterà alla larga maggioranza che sostiene Draghi, e che vede tra le sue fila posizioni contrastanti, come quella pro chiusure del ministro della Salute Roberto Speranza e quella a favore delle riaperture della quota leghista di Matteo Salvini, che negli ultimi giorni si è dimostrato tuttavia più cauto. Entro la seconda metà di marzo sono previste nuove ordinanze anche da parte dei governatori, con i tanti territori già in zona arancione che potrebbero passare a un colore più scuro.

Nuovo Dpcm, entrano in vigore le regole dal 6 marzo al 6 aprile Fonte foto: ANSA
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