Nuovo Dpcm: in conferenza stampa le misure contro le varianti
I due ministri Gelmini e Speranza e il presidente Iss Brusaferro hanno spiegato le novità contenute nel primo Dpcm anti Covid del governo Draghi
Il nuovo Dpcm con le misure di contenimento dei contagi da Covid-19, primo del governo Draghi e valido dal 6 marzo al 6 aprile, non è stato presentato dal presidente del Consiglio, ma dai ministri Roberto Speranza e Mariastella Gelmini, insieme al presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro e al presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli. La conferenza stampa dall’esterno di Palazzo Chigi è iniziata con alcuni minuti di ritardo.
Nuovo Dpcm: l’annuncio del ministro Speranza
“Il Dpcm è stato firmato dal presidente del Consiglio” poco prima della conferenza stampa, ha annunciato Roberto Speranza. Il ministro della Salute ha dichiarato che la variante inglese del coronavirus è diventata prevalente, e vista la sua infettività tra i più giovani il Governo ha deciso di chiudere le scuole di ogni ordine e grado in zona rossa e nei territori dove l’incidenza del coronavirus è più alto.
Roberto Speranza ha fatto un appello ai cittadini, chiedendo agli italiani il contributo nella battaglia contro il Sars-Cov-2, con l’utilizzo delle mascherine, il lavaggio frequente delle mani, il divieto degli assembramenti nel rispetto del distanziamento sociale.
“Il principio guida del nuovo Dpcm, adottato dopo confronto ampio con Parlamento e Regioni, è la tutela della salute come questione fondamentale e faro, linea guida essenziale. Per ricostruire il Paese, per lo sviluppo del Paese, bisogna vincere la pandemia”, ha dichiarato il ministro.
“La curva dà segnali piuttosto robusti di ripresa e risalita, e facciamo i conti con alcune varianti temibili del coronavirus come la variante inglese, ma anche la variante sudafricana e quella sudamericana”, ha continuato. Il Dpcm “prova a mantenere un impianto di conservazione delle misure essenziali che sono vigenti. Viene confermato il modello di divisioni del nostro Paese di aree che corrispondono a colori”.
La zona bianca, la zona gialla, la zona arancione e la zona rossa, ha spiegato Roberto Speranza, rappresentano “la strada giusta perché ci permette di dare la risposta più idonea ad ogni segmento” della Penisola. “Sono colori che ormai gli italiani hanno imparato a conoscere: le zone rosse, che sono quelle a più alta diffusione del virus, e poi arancioni, gialle e da ultimo la zona bianca con il minor tasso di rischio”.
“La variante inglese ha una particolare capacità di penetrazione nelle fasce più giovani. Questo ci ha portato a determinare che in area rossa le scuole di ogni ordine e grado saranno in didattica a distanza, così come nei territori dove il tasso di incidenza è pari o superiore a 250 casi ogni 100mila abitanti”, ha spiegato Speranza annunciando la chiusura delle scuole.
“In queste ore sono in corso interventi da parte di molti presidenti di Regione volti a costruire un modello che riesca a delimitare con ancora maggiore dettaglio su specifici ambiti sub-regionali. Riteniamo sia una linea che va nella direzione giusta perché produce un effetto ancora più significativo”, ha continuato.
Nuovo Dpcm: cosa ha dichiarato la ministra Gelmini
Mariastella Gelmini ha spiegato che il Dpcm è stato sottoposto al Parlamento e ai rappresentanti delle Regioni e dei Comuni, per sentire il parere dei partiti e degli amministratori locali. A differenza del passato, ha sottolineato la ministra, il nuovo decreto del Presidente del Consiglio è stato presentato in anticipo rispetto a quanto avveniva con il governo Conte bis.
Inoltre ha evidenziato che il Dpcm parte dal lunedì per permettere ai gestori di locali e attività commerciali di organizzarsi con le forniture, limitando per quanto possibile le perdite. Ancora la ministra ha fatto il punto sui segnali di discontinuità del governo Draghi rispetto al passato, con le nuove nomine per il capo della Protezione Civile e il commissario straordinario per l’emergenza Covid.
La ministra per gli Affari Regionali ha dichiarato: “Abbiamo assunto un’altra proposta delle Regioni, quella di un tavolo per valutare i 21 parametri. Sarà un tavolo tecnico, ma sarà un momento in cui bilanciare i criteri e valutare se sarà necessario un cambiamento”.
“I tempi sono fondamentali per non arrecare nuovi disagi ulteriori ai cittadini: la bozza è pronta da venerdì e siamo in grado stasera di completare il Dpcm Covid. C’è un cambio nel metodo, perché il Dpcm è improntato alla massima condivisione possibile. La risoluzione del Parlamento è la stella polare, poi la condivisione si è estesa alle Regioni, Province, Comuni. Abbiamo cercato di acquisire il punto di vista degli amministratori. Abbiamo accolto alcune proposte come la partenza delle misure restrittive dal lunedì”, ha spiegato.
Riguardo la didattica a distanza, “nel decreto Sostegno abbiamo previsto risorse per 200 milioni di euro” per supportare le famiglie sul tema dei congedi parentali.
Brusaferro sulla variante inglese: “Ora è la più diffusa”
A seguire ha preso la parola il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro. Lo scienziato ha detto che la variante inglese è più diffusa rispetto al ceppo originale, come era già stato previsto dal Comitato Tecnico Scientifico. Ha poi spiegato che anche la variante brasiliana si sta diffondendo particolarmente in Umbria, Toscana, Lazio e Marche.
“La variante inglese ha una prevalenza stimata intorno al 54%, al 18 febbraio, il che vuol dire che oggi il valore è sicuramente più alto. È la variante dominante, come avevamo previsto”, ha dichiarato Silvio Brusaferro. “La circolazione della variante inglese è maggioritaria e lo sarà sempre più. Ha più elevata trasmissibilità, il modo migliore di contrastare la trasmissibilità è ridurre le occasioni di trasmissione”, ha sottolineato.
“Il secondo dato importante è che nel nostro territorio c’è, in particolare in alcune regioni del centro Italia, una stima di prevalenza della variante brasiliana del 4,3%, non in tutto il Paese, ma in Umbria, Toscana, Lazio, Marche. È un dato particolarmente preoccupante ma queste varianti sono nuove e devono essere stimate sia rispetto ad aumentata trasmissibilità che alla potenzialità di non garantire la stessa copertura immunitaria”, ha proseguito.
“Per la variante brasiliana la sfida è il contenimento: bisogna intervenire chirurgicamente ed evitare che si diffonda in altri contesti. Questa doppia strategia si dovrà accompagnare a un monitoraggio stretto anche delle incidenze e un forte supporto alle vaccinazioni”, ha evidenziato Brusaferro.
“L’aumentata trasmissibilità e la potenziale capacità di ridurre la protezione sono estremamente importanti da monitorare ed è importante che si adottino le misure più restrittive possibili”, ha detto ancora. “Le regioni che hanno avuto questi focolai stanno adottando tempestivamente le zone rosse. La variante sudafricana è allo 0,4%, in particolare in alcune zone dell’Alto Adige”.
Nuovo Dpcm, Locatelli e le precisazioni sulla variante
Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli ha ribadito che la variante inglese è più infettiva e si diffonde facilmente tra i bambini e i più giovani. Tuttavia, ha sottolineato, la maggiore contagiosità non è legata a un aumento della gravità dei sintomi o alla mortalità da Covid-19.
“Abbiamo anche noi evidenze chiare sul fatto che la variante inglese”, ha dichiarato, più trasmissibile “nelle fasce di età comprese tra i 10 e i 19 anni, ma anche tra i 6 e 10 anni” nelle quali “vi è un aumento del numero di casi infetti di Sars-Covid-2. Questo maggiore potere infettante o contagiante non si associa a una patologia più grave”.
“I bambini, per dare un messaggio molto chiaro, restano fortunatamente risparmiati dalle forme più gravi”, ha ribadito.